Maxi operazione tra Calabria e Toscana:23 arresti per traffico internazionale di stupefacenti-VIDEO-
Nella maxi operazione sono stati schierati oltre 150 finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma.(S.C.I.C.O.) Le misure sono state eseguite nei confronti di 20 soggetti, accusati, a vario titolo, di associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, commercio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di arma da fuoco. Eseguiti anche sequestri di beni per 4 milioni di euro. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro alla presenza del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e dei vertici regionali e dello Scico della Guardia di finanza. In connessione all’operazione in corso in Calabria, i Carabinieri della Toscana stanno eseguendo dalle prime ore del mattino 3 distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Dda di Firenze a conclusione di tre indagini per inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti aggravati sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso. Il bilancio complessivo delle operazioni finora eseguite è di 23 arresti legati alla ‘ndrangheta e sequestri di beni per un valore di circa 20 milioni di euro. Gli arrestati farebbero parte di un’organizzazione transnazionale di narcotrafficanti riconducibile ad una storica famiglia della criminalità organizzata calabrese, radicata sul versante ionico della provincia di Catanzaro. Sono accusati a vario titolo di traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di arma da fuoco. Venti persone sono state arrestate all’alba di giovedì mattina durante un maxi blitz antidroga della Guardia di Finanza di Catanzaro, in esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del capoluogo calabrese. Misure cautelari disposte nei confronti di narcotrafficanti legati ad un’organizzazione transnazionale riconducibile ad una storica famiglia della ‘ndrangheta calabrese. Nell’ambito dell’operazione odierna è emerso il ruolo verticistico assunto da uno degli esponenti di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta, conosciuto come cosca Gallace che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformata in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite, che hanno consentito di accrescere la potenza militare ed economica e di acquisire un controllo sempre più penetrante del territorio della fascia ionica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, toscano e lombardo. In considerazione della forte penetrazione della cosca Gallace nelle suddette regioni italiane, in particolare in Toscana, si è proceduto alla proficua attività di coordinamento tra la Procura Distrettuale di Catanzaro e quella di Firenze volta a intervenire simultaneamente nei confronti di tutti i componenti gravitanti nel contesto della cosca Gallace insistenti nei territori di interesse. Le indagini, che si sono avvalse del contributo di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di inquadrare la rilevanza criminale del sodalizio nel traffico internazionale di stupefacenti, evidenziandone la capacità di interfacciarsi direttamente con i fornitori sudamericani per l’acquisto di notevoli quantitativi di droga. È emerso il sistematico utilizzo, per il traffico illecito, di metodi di comunicazione non convenzionali, con dispositivi elettronici, associati a sim straniere, che si avvalevano di tecniche di messaggistica criptata tra “account” e “domini” associati a un server sito in San José (Costarica).A tale proposito, a seguito del sequestro da parte delle Autorità olandesi di dati criptati con tecnologia non convenzionale, denominata PGP, estrapolati proprio da tale server, con la preziosa collaborazione del rappresentante Italiano presso Eurojust, è stato possibile utilizzare un numero formidabile di messaggi di posta elettronica, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi da dispositivi BlackBerry, con la crittografia PGP. Con la decriptazione di tale messaggistica, da parte dello S.C.I.C.O. e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro della Guardia di Finanza, è stato possibile trarre significative indicazioni sul modus operandi dell’organizzazione, identificare i sodali e ricostruire numerosi episodi di commercio e importazione di sostanze stupefacenti, tra i quali l’importazione di una fornitura di oltre 150 chilogrammi di cocaina sequestrata nel maggio 2017 presso il porto di Livorno, e per la quale, le chat scambiate tra i soggetti coinvolti, consentiva di rilevare che era stato commissionato l’acquisto di circa 200 kg di cocaina dalla Colombia, trasportato all’interno di un container a bordo di una motonave partita dal porto di Cartaghena (Colombia), il cui recupero, programmato inizialmente a Barcellona (Spagna), veniva tentato, con esito negativo, presso Livorno. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio. Le indagini delegate alla Guardia di Finanza hanno consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso, e quindi i relativi approfondimenti hanno accertato come gli esponenti della cosca Gallace gestissero un’articolata struttura associativa dedita al traffico internazionale di cocaina, e a conferma della operatività transazionale dell’organizzazione sono emersi, nel corso dell’attività investigativa, contatti diretti con i narcotrafficanti colombiani per il reperimento di grossi quantitativi di cocaina (dell’ordine di oltre 1200 chili), nonché la capacità della stessa cosca di distribuire la cocaina in Australia, Nuova Zelanda, Turchia, Regno Unito e Slovenia.