Santa Teresa d’Avila:Vergine e Dottore della Chiesa.

Nei suoi scritti si legge una frase che un giorno il Signore disse alla mistica Teresa: “Non voglio più che tu abbia conversazioni con gli uomini, ma con gli Angeli” ella capì che il Signore voleva alludere a persone amanti del Suo amore, come i Santi. Teresa di queste amicizie speciali ne coltivò tante. Teresa de Cepeda y Ahumada nacque il 28 marzo 1515 ad Avila, Spagna. Crebbe in una famiglia numerosa, la sua fu un’infanzia serena e molto pia. Fin da piccola si distinse per il grande amore verso la lettura della Sacra Scrittura e fu animata dal desiderio del martirio. Entrò in un convento carmelitano nel 1533.

A causa di varie difficoltà di ordine spirituale, faticò prima di arrivare a quella che lei chiama la sua “conversione”. A partire dal 1542 fu protagonista di numerose esperienze mistiche, che costituiscono il tema principale della sua opera, cui per altro attese sempre sotto richiesta dei suoi padri spirituali o per l’ammaestramento delle suore del convento. Teresa soffriva di dolori lancinanti al costato, lei li descriveva come fitte al cuore di un’acutezza insopportabile, sino al giorno in cui le consorelle la trovarono morta, le scavarono addirittura un sepolcro e iniziarono le esequie ma Teresa si svegliò e da quel giorno non soffrì più di quei dolori, non ebbe più nessuna crisi e ne attribuì il miracolo a San Giuseppe.

«Quando vidi lo stato in cui mi avevano ridotta i medici della terra e come fossi tutta contorta in così giovine età, decisi di ricorrere ai medici del cielo e domandare ad essi la salute, perché quantunque sopportassi quel male con tanta gioia, desideravo anche di guarire. Pensavo talvolta che se con la salute avessi dovuto dannarmi, sarebbe stato meglio rimanere così, ma insieme m’immaginavo con la salute di poter servire meglio il Signore. Ecco qui il nostro errore: non voler rimetterci in tutto nelle mani di Dio che sa meglio di noi quello che ci conviene. Cominciai a far celebrare messe e a recitare orazioni approvate. Non fui mai portata a certe devozioni che praticano alcuni, specialmente donne, nelle quali entrano non so quali cerimonie che io non ho mai potuto soffrire e che a loro piacciono tanto. Poi si conobbe che non erano convenienti e che sapevano di superstizione. Io invece presi per mio avvocato e patrono il glorioso S. Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio Padre e Protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute della mia anima. Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo Santo benedetto. Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza anche altre persone che dietro mio consiglio si sono raccomandate al suo patrocinio. Molte altre si sono fatte da poco sue devote per aver sperimentato questa verità. Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità. È vero che ci mettevo più vanità che spirito, perché volevo che si facesse tutto con ricercatezza e scrupolosità, ma l’intenzione era buona. Del resto, era questo il mio male, che appena il Signore mi faceva grazia d’intraprendere qualche cosa di buono, lo frammischiavo a molte imperfezioni e mancanze. – Dio mi perdoni se per il male, le ricercatezze e le vanità usavo invece tanta industria e diligenza! Per la grande esperienza che ho dei favori ottenuti da S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuto persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene. Se la mia parola potesse essere autorevole, ben volentieri mi dilungherei nel narrare dettagliatamente le grazie che questo Santo glorioso ha fatto a me e ad altri, ma non volendo varcare i limiti che mi furono imposti, in molte cose sarò breve più di quanto vorrei, e in altre più lunga del bisogno: insomma, come colei che ha poca discrezione in tutto ciò che è bene.Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti. Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e al molto che ha sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare S. Giuseppe che fu loro di tanto aiuto. Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo Santo glorioso, e non sbaglierà. Piaccia al Signore che non abbia sbagliato io nell’arrischiarmi a parlare di lui, perché sebbene mi professi sua devota, tuttavia nel modo di servirlo e imitarlo sono sempre piena di difetti. Egli, da quegli che è, mi ha dato di potermi alzare da letto, raddrizzarmi e camminare; e io, da quella che sono, l’ho ripagato con usar male la sua grazia». Dall’autobiografia di Santa Teresa d’Avila.

Ricordiamo che quest’anno Papa Francesco ha proclamato un intero anno dedicato a San Giuseppe nel suo 150.mo anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della  Chiesa Universale, dedicandogli una lettera apostolica ”Patris Corde” iniziato l’8 dicembre 2020 e che terminerà l’8 dicembre 2021. Per diversi anni Teresa non poté, per curarsi definitivamente dalla sua inspiegabile malattia, dedicarsi alla preghiera sino al giorno in cui, con le forze completamente recuperate, iniziò quello che la monaca definì ‘la mia seconda conversione’, da quel momento Teresa si dedicherà solamente alla preghiera e all’ascolto della voce di Dio. Nel 1560 ebbe la prima idea di un nuovo Carmelo.

Propugnò la necessità di una riforma dell’ordine che ripristinasse l’antico rigore della regola e curò la fondazione di numerosi nuovi monasteri, scontrandosi spesso per il suo fervore con l’autorità ecclesiastica. Con l’aiuto di San Giovanni della Croce fondò una serie di case per carmelitani e carmelitane “scalzi”. Le sue opere principali sono: “Libro della vita” (1562-65); “Libro delle dimore” (1576-77); “Libro delle fondazioni” (1582). Morì ad Alba de Tormes (Salamanca) il 4 ottobre 1582. Venne beatificata nel 1614, canonizzata nel 1622 e proclamata dottore della chiesa nel 1970 (è stata la prima donna, insieme a S. Caterina da Siena, ad ottenere tale titolo).Questa la preghiera da recitare a Santa Teresa per ottenere grazie:

O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. Fa’ che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. Amen

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