Il Papa: Noi non possiamo in questi giorni parlare di altre cose senza almeno ricordare la guerra in Ucraina, ricordare la crudeltà alla quale si può arrivare
Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto i Soci del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, in occasione del 150° di fondazione. Riportiamo di seguito il saluto che il Papa ha rivolto loro nel corso dell’udienza:
Saluto del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti! Ringrazio il vostro Presidente per le sue parole. Vi accolgo nel 150° di fondazione del Circolo Canottieri Tevere Remo. Una ricorrenza importante! Attraverso di voi rivolgo un cordiale pensiero alle vostre famiglie e a tutti coloro che fanno parte di questo antico sodalizio.
Questo anniversario offre l’occasione per riflettere sul significato e lo stile della vostra presenza nella società, a Roma e nel Lazio. Siete rappresentanti di una realtà sportiva, i cui soci gareggiano in più discipline, e questo evoca il movimento, il mettersi in cammino. È importante per ogni fascia di età, specialmente per i giovani, non fermarsi di fronte agli ostacoli della vita, ma superare le difficoltà con la tenacia, la fiducia in Dio e in sé stessi e nell’aiuto degli altri. Attraverso lo sport, siete chiamati a promuovere i valori del sano agonismo, dell’amicizia, della solidarietà. Si tratta di diffondere una cultura sportiva che concepisca la pratica dello sport non soltanto come fattore di benessere fisico, ma come ideale coraggioso, come strumento di crescita integrale della persona.
Nel corso degli anni, vi siete sforzati di proporre il vostro Circolo come palestra di formazione umana. Vi incoraggio a perseverare perché bambini, giovani e adulti possano coltivare, attraverso le varie discipline sportive, valori essenziali: l’amore per la verità e la giustizia, il rispetto del creato, il gusto della bellezza e della bontà, la ricerca della libertà e della pace. A volte il mondo dello sport sembra subire i condizionamenti delle logiche del profitto e dell’agonismo esasperato, che può degenerare anche in episodi di violenza. È compito anche delle realtà come la vostra testimoniare la forza morale dell’attività sportiva che, se vissuta rettamente, aiuta a stabilire buone amicizie e favorisce la costruzione di un mondo più sereno e fraterno, nel quale ci si sostiene e ci si aiuta a vicenda. E questo è importante, coltivare quella dimensione di “amatorialità”. Se uno sport non è amatoriale non è sport, manca qualcosa. Coltivare questa amatorialità per non cadere in interessi di altro genere.
Specialmente a voi, cari giovani atleti, auguro di praticare lo sport con lealtà e sano spirito agonistico. Vi aiuterà così ad affrontare la gara impegnativa della vita con coraggio e onestà, con gioia e serena fiducia nel futuro, fermandovi ad aspettare pazientemente chi è più lento e fa più fatica a camminare.
Il vostro presidente ha fatto due accenni che voglio riprendere adesso. Il primo è l’Ucraina. Noi non possiamo in questi giorni parlare di altre cose senza almeno ricordare, ricordare la crudeltà alla quale si può arrivare. Lo spirito sportivo, questo di amatorialità vostra, è una preparazione per non cadere in queste cose, coltivare l’amicizia umana ci prepara a non cadere in questa tragedia e pensare a quella gente che è vittima di questa tragedia. Grazie di aver menzionato l’Ucraina nel suo discorso.
Affido al Signore, per intercessione di Maria, Salus Populi Romani, l’intera famiglia del Circolo Canottieri Tevere Remo. Vi benedico e vi auguro ogni bene per la vostra attività. E la seconda cosa che ha detto il vostro Presidente non la dico perché ve l’ha detta lui: che voi preghiate per me. Grazie, ne ho bisogno, perché questo “sport” non è facile!