Il Papa: Il Signore ci chiede: “ricominciare, ricominciare ogni giorno, in ogni progetto, non stancarti, non scoraggiarti”

E oggi ci sono anche i prigionieri, come sempre. Cambiano geografia, cambiano modalità, cambiano colore, ma la schiavitù è una realtà che sta prendendo sempre più forma. Sempre di più e con più varietà. Oggi, forse senza sbagliare, possiamo dire che ci sono più schiavi che ai tempi in cui sei stato fondato, certo. E questa deve essere una sfida, certamente, alla tua risposta. Le nuove schiavitù, quelle nascoste, quelle sconosciute, quelle nascoste, ma ce ne sono tante. Anche in megalopoli come Roma, Londra, Parigi, tutto, ci sono schiavitù che continuano. Cercali e chiedi al Signore: cosa faccio? E grazie per quello che fai, attento agli schiavi di oggi.

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Capitolo Generale dell’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede (Mercedari).Riportiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto loro nel corso dell’incontro:

Cari fratelli e sorelle… Ce ne sono alcuni, giusto? Puro machismo, stile messicano! Sono grato per le parole che il Padre Maestro Generale mi ha rivolto a nome di tutti voi, e sono lieto di potervi accogliere qui in occasione del Capitolo Generale dell’Ordine della Beata Vergine Maria della Misericordia. Il tema dell’assemblea, in piena sintonia con l’origine mariana della sua vocazione, è il versetto del Vangelo di san Giovanni: “Fate quello che vi dice!” (2.5). Si tratta di una scelta significativa presuppone considerando il progetto che stanno per lanciare dal punto di vista del servizio. Ed è che noi religiosi non possiamo mai dimenticare che non c’è sequela senza servizio e senza croce (cfr Gv 12,26).

In questo modo, la prima richiesta che la Madonna vi fa oggi, come membri del Capitolo Generale, è quella di ascoltare. La situazione attuale potrebbe essere paragonata a quella presentata nel vangelo delle nozze di Cana: «non hanno più vino». Molte realtà che vediamo oggi nel mondo, nella Chiesa, nell’Ordine ci parlano di questa mancanza, ci parlano della mancanza di speranza, di motivazione, di soluzioni. Detto questo, la Vergine li sfida: ascolta! E potresti chiedermi, cosa dobbiamo ascoltare? Le voci che ci raccontano tutto di negativo? Le voci che ci vendono soluzioni facili, o programmi contorti pieni di borsa di studio, o forse le voci che ci offrono soluzioni di compromesso? Queste sono tutte le tentazioni di un capitolo generale. Fai attenzione!

Penso che oggi Maria ti dica un’altra cosa, chiede che sia Gesù a sfidare il suo cuore in un modo nuovo, originale, inaspettato. Forse anche i servi di Cana si sono incontrati in capitolo e hanno pensato a cosa potevano fare. Probabilmente c’erano voci che sollevavano i problemi, altre che fornivano soluzioni fattibili, anche se rischiose, e forse altre che consigliavano di lasciare andare gli ospiti onestamente, riconoscendo la propria incapacità di affrontare la situazione, che stavano finendo il vino. E concludere una festa di matrimonio con il compagno cocido non era certo la cosa più appropriata da fare. È possibile che tu abbia già percorso la strada, in tutto l’itinerario che ti ha portato qui con domande, proposte, convinzioni e interrogativi.

Gesù non risponde a queste domande, non risponde. Propone qualcosa a cui sicuramente nessun servo avrebbe pensato, riempire le giare della purificazione e anche riempirle d’acqua. Prima ancora di entrare nel senso di questo gesto, quello che mi sembra interessante e che propongo alla vostra considerazione è che Gesù non dice loro quello che si aspettano, ma proprio qualcosa che non si sarebbero mai immaginati di sentire. Il capitolo non andrà bene, sarà ascoltato semplicemente, con gratitudine, con abbandono. In primo luogo, ascolta Dio, non importa quanto può parlarci attraverso il fratello o le circostanze.

D’altra parte, le giare della purificazione, che sicuramente servivano all’inizio del banchetto, ci invitano a tornare al nostro primo amore, alla fonte, a ritrovare l’atteggiamento innocente e speranzoso dei nostri primi anni di vita consacrata. Ci chiedono anche di avere gli occhi lucidi di chi vede il bisogno, e non il frutto che spera di ottenere per lo sforzo fatto. I vasi vuoti devono essere riempiti di nuovo con la stessa illusione con cui erano stati riempiti prima dell’inizio del banchetto. A guardarlo è un lavoro che va fatto, ma che non ci impegniamo perché crediamo che non abbia più senso. E questa è un’altra grande tentazione. ha senso? Ha senso per loro viaggiare da così tanti posti per incontrarsi? O è solo un’altra formalità? Questa è la tentazione.Il Signore ci chiede: “ricominciare, ricominciare ogni giorno, in ogni progetto, non stancarti, non scoraggiarti”.È una cosa che Gesù ripete nel suo Vangelo, quando chiede a Pietro di gettare di nuovo le reti, e Pietro risponde: “Signore, non abbiamo preso niente!” (cfr Lc 5,5).

La realtà a cui abbiamo accennato prima può sembrare una lunga notte, il nostro lavoro può sembrare un’inutile stancarsi, se non viene percepito come una risposta generosa alla chiamata di Gesù, che ci unisce alla Chiesa nell’opera di evangelizzazione. Perché la vocazione della Chiesa è evangelizzare, la gioia della Chiesa è evangelizzare, e vedere una cosa interessante, che nonostante tutto, contraddizioni, problemi, la rete non si rompe (cfr Gv 21,3).Apriamo i nostri cuori per accogliere la sorpresa che Gesù ci porta. Non so cosa sarà e nemmeno tu lo sai. Per tutto il capitolo – sono nel mezzo–, per tutto il capitolo, bene, emergeranno cose che alcuni hanno pensato e altri saranno una realtà, il Signore li porta.

Giovanni afferma nel suo vangelo che questa verità non è conosciuta dal padrone di sala, il quale si stupisce che a questo punto del banchetto venga portato fuori il vino nuovo, solo “chi serviva” può saperlo. Perciò, ascolta María, non temere di lasciarti sorprendere da quella voce che ti chiama a riempire i barattoli, a sfinirti nel servizio concreto e semplice, inutile nei piani del padrone di sala, ma essenziale riconoscere un’opera che non è nostra ma di Dio. E in tutto questo, saper “essere”, stare con Maria, insieme a Cristo ai piedi della croce, nella carne sofferente del povero e del prigioniero che Egli ha fatto sua, sua. E oggi ci sono anche i prigionieri, come sempre. Cambiano geografia, cambiano modalità, cambiano colore, ma la schiavitù è una realtà che sta prendendo sempre più forma. Sempre di più e con più varietà. Oggi, forse senza sbagliare, possiamo dire che ci sono più schiavi che ai tempi in cui sei stato fondato, certo. E questa deve essere una sfida, certamente, alla tua risposta. Le nuove schiavitù, quelle nascoste, quelle sconosciute, quelle nascoste, ma ce ne sono tante. Anche in megalopoli come Roma, Londra, Parigi, tutto, ci sono schiavitù che continuano. Cercali e chiedi al Signore: cosa faccio? E grazie per quello che fai, attento agli schiavi di oggi e non dimenticare di pregare per me. Grazie mille.

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