Il Papa: Gesù ci dice che la saggezza della vita sta nel curare quello che non si vede, sta nel curare il cuore
La custodia della vita interiore vuol dire sapersi fermare per ascoltare il proprio cuore, per vigilare sui propri pensieri e sentimenti. Quante volte noi non sappiamo cosa è successo dentro il nostro cuore in quella giornata. Cosa passa dentro ognuno di noi? La saggezza vuol dire saper fare spazio al silenzio, per essere capaci di ascoltare noi e gli altri. Vuol dire saper rinunciare a un po’ di tempo passato davanti allo schermo del telefono per guardare la luce negli occhi degli altri, nel proprio cuore, nello sguardo di Dio su di noi. Vuol dire non lasciarsi intrappolare dall’attivismo, ma dedicare tempo al Signore, all’ascolto della sua Parola.
Alle ore 12 di oggi, Papa Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Cari fratelli e sorelle, buona domenica! Il Vangelo oggi ci offre una storia che riguarda il senso della vita di ciascuno. È la parabola delle dieci vergini, chiamate a uscire incontro allo sposo (cfr Mt 25,1-13). Vivere è questo: una grande preparazione per il giorno in cui saremo chiamati a uscire incontro a Gesù! Nella parabola però, di quelle dieci vergini, cinque sono sagge e cinque stolte. Vediamo in che cosa consistono la saggezza e la stoltezza. La saggezza della vita e la stoltezza della vita.
Tutte quelle damigelle sono presenti per accogliere lo sposo, vogliono cioè incontrarlo, come anche noi desideriamo una realizzazione felice della vita: la differenza tra saggezza e stoltezza non sta dunque nella buona volontà. Nemmeno sta nella puntualità con cui si arriva all’incontro: tutte erano lì. La differenza tra le sagge e le stolte è un’altra: la preparazione. Dice il testo: le sagge «insieme alle loro lampade, presero anche l’olio» (v. 4); le stolte invece no. Ecco la differenza: l’olio. E qual è una delle caratteristiche dell’olio? Che non si vede: sta dentro le lampade, non è appariscente, ma senza di esso le lampade non danno luce.
Guardiamo a noi e vediamo che la nostra vita corre lo stesso rischio: tante volte si è molto attenti alle apparenze, l’importante è curare bene la propria immagine, fare bella figura davanti agli altri. Ma Gesù dice che la saggezza della vita sta altrove: nel curare quello che non si vede, ma è più importante, curare il cuore.
La custodia della vita interiore. Vuol dire sapersi fermare per ascoltare il proprio cuore, per vigilare sui propri pensieri e sentimenti. Quante volte noi non sappiamo cosa è successo dentro il nostro cuore in quella giornata. Cosa passa dentro ognuno di noi? La saggezza vuol dire saper fare spazio al silenzio, per essere capaci di ascoltare noi e gli altri. Vuol dire saper rinunciare a un po’ di tempo passato davanti allo schermo del telefono per guardare la luce negli occhi degli altri, nel proprio cuore, nello sguardo di Dio su di noi. Vuol dire non lasciarsi intrappolare dall’attivismo, ma dedicare tempo al Signore, all’ascolto della sua Parola.
E il Vangelo ci dà il consiglio giusto per non trascurare l’olio della vita interiore, “l’olio dell’anima”: ci dice che è importante prepararlo. Nel racconto vediamo infatti che le vergini possiedono già le lampade, ma devono preparare l’olio: devono andare dai rivenditori, comprarlo, metterlo nelle lampade… (cfr vv. 7.9). Così è per noi: la vita interiore non si improvvisa, non è questione di un attimo, di una volta ogni tanto, di una volta per tutte; va preparata dedicando un po’ di tempo ogni giorno, con costanza, come si fa per ogni cosa importante.
Allora possiamo chiederci: io che cosa sto preparando in questo momento della vita? Dentro di me, che cosa sto preparando? Forse sto cercando di mettere da parte qualche risparmio, sto pensando a una casa o a un’automobile nuova, a dei progetti concreti… Sono cose buone, non sono cose brutte. Ma sto pensando anche a dedicare del tempo alla cura del cuore, alla preghiera, e al servizio degli altri, al Signore che è la meta della vita? Come va insomma l’olio della mia anima? Ognuno di noi si domandi questo: come va l’olio della mia anima? Lo alimento, lo conservo bene?
La Madonna ci aiuti a custodire l’olio della vita interiore.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle! Da diversi mesi il Sudan è in preda a una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria. Sono vicino alle sofferenze di quelle care popolazioni del Sudan, e rivolgo un accorato appello ai Responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e, con il contributo della Comunità internazionale, lavorino alla ricerca di soluzioni pacifiche. Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli che sono nella prova!
E il pensiero ogni giorno va alla gravissima situazione in Israele e in Palestina. Sono vicino a tutti coloro che soffrono, palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza: preghiamo e lavoriamo senza stancarci perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori.
Due anni fa veniva avviata la Piattaforma d’Azione Laudato Si’. Ringrazio quanti hanno aderito a questa iniziativa e incoraggio a proseguire il cammino di conversione ecologica. A questo proposito, preghiamo per la Conferenza di Dubai sui cambiamenti climatici, COP28, ormai vicina.
Oggi la Chiesa italiana celebra la Giornata del Ringraziamento, sul tema «Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura».
Saluto con affetto tutti voi, pellegrini dell’Italia e di altre parti del mondo, in particolare i sacerdoti dell’Arcidiocesi di Szczecin-Kamień (Polonia) e i gruppi parrocchiali di Augsburg, Zara, Poreč, Pola, Porto e Parigi. Saluto i membri della Comunità di Sant’Egidio provenienti da alcuni Paesi dell’Asia e li incoraggio nel loro impegno di evangelizzare e promuovere. Avanti, coraggio! E voi aiutate anche a fare la pace.
Saluto i fedeli di Volargne, Ozieri e Cremona. Accolgo con affetto il pellegrinaggio dei fedeli ucraini e dei monaci Basiliani – vedo le bandiere ucraine lì -, giunti da diversi Paesi per celebrare il quarto centenario del martirio di San Giosafat. Prego con voi per la pace nel vostro martoriato Paese. Fratelli e sorelle, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamola!
E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!