Il Presidente Mattarella ha presieduto il Consiglio Supremo di Difesa
Si è riunito ieri, al Palazzo del Quirinale, il Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi; il Ministro della difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone.
Erano altresì presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
Il Consiglio ha constatato che nel corso degli ultimi mesi lo scenario generale di sicurezza si è ulteriormente deteriorato.
Le principali preoccupazioni rimangono l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, che sta provocando un crescente numero di morti e infliggendo devastanti danni alle infrastrutture del Paese, e la conflittualità in Medioriente. Attenzione viene richiamata anche dalle latenti tensioni nei Balcani, l’instabilità politica e la crisi economica nel Sahel e in tanti Paesi dell’Africa.
Il Consiglio ha convenuto che l’Italia deve continuare ad adoperarsi, in concerto con gli alleati dell’Unione europea e della NATO, per la stabilizzazione dell’area mediterranea e per la difesa dei principi della pacifica convivenza internazionale.
Il Consiglio ha esaminato la situazione della guerra in Ucraina e ha ribadito nuovamente il pieno sostegno dell’Italia al Paese aggredito nella sua difesa contro l’invasore. Da oltre due anni il popolo ucraino si pone come argine a una deriva che minaccia la sicurezza e la stabilità in Europa. Rimane necessario ricercare le prospettive che aprano la via a una pace giusta e duratura in conformità al diritto internazionale.
Il Consiglio ha condannato nuovamente l’aggressione del movimento terroristico Hamas a Israele, che ha innescato pericolose spirali di violenza, rischiando di compromettere ogni tentativo di dialogo tra i Paesi della regione. Lo scenario che si è delineato, con la reazione militare di Israele e il conseguente impatto sulla popolazione civile, rende sempre più grave la situazione umanitaria nei territori della Striscia di Gaza, con spostamenti forzati di ingenti masse di popolazione in condizioni molto critiche. La Repubblica italiana è impegnata a contribuire nel fornire aiuto alla popolazione coinvolta, con gli attori istituzionali e della società civile, e invoca l’applicazione del diritto umanitario e in particolare delle Convenzioni di Ginevra relative alla protezione dei malati e dei feriti, del personale medico e degli ospedali.
In relazione al conflitto in atto nel Medio Oriente, il Consiglio reputa indispensabile l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, la cessazione delle ostilità da ambo le parti e la ricerca di percorsi di dialogo e di convivenza lungo l’unica strada ragionevole: la soluzione dei “due popoli, due Stati”.
Particolare attenzione è stata rivolta alla situazione lungo la Linea Blu che separa il Libano da Israele, presidiata dai militari della missione UNIFIL delle Nazioni Unite.
L’instabilità della regione ha ripercussioni dirette anche sui nostri interessi nazionali. Il Consiglio ha valutato imprescindibile la protezione delle navi in transito nel Mar Rosso, messe a rischio dagli attacchi dei ribelli Houthi. L’Italia, che ha ottenuto il comando tattico della operazione Aspides, è attiva per la salvaguardia della sicurezza e dell’economia europea nonché per il rispetto ovunque della libertà di navigazione.
La crisi mediorientale, con il suo portato d’odio, ha fatto riemergere anche il fenomeno dell’antisemitismo che va ben al di là di quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Fenomeno che, oggi come ieri, si nutre di una visione distorta della storia e che deve incontrare la più netta condanna, senza ambiguità, senza interpretazioni di comodo. Una preoccupazione altrettanto forte va espressa per l’allarmante ritorno della violenza politica in Europa, testimoniato da diversi gravissimi recenti episodi, come avvenuto in Slovacchia con l’attentato al premier.
Il Consiglio ha passato in rassegna le situazioni di tensione nei Balcani Occidentali e nelle altre aree di crisi, particolarmente quelle del Mediterraneo allargato e del Sahel.
Il Consiglio reputa necessario affrontare le cause della instabilità in Africa, tenendo conto delle legittime esigenze locali e garantendo un approccio globale, come prevede il Piano Mattei. Questi temi in particolare saranno al centro del prossimo G7.
Il Consiglio ha affrontato infine il tema della governance e architettura di sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali. Emerge la necessità di contrastare, in modo sistemico, ogni tipologia di minaccia, anche ibrida, che si riferisce, più in generale, alla tutela della sicurezza nazionale. È necessario disporre di un sistema di infrastrutture critiche resiliente, capace di garantire la fornitura dei servizi essenziali.
Il Consiglio ha valutato che le implicazioni transfrontaliere e l’interdipendenza sviluppata tra Paesi europei, che sono divenute molto importanti in settori essenziali critici quali i trasporti, l’energia, le infrastrutture digitali, rendono necessaria una più ampia collaborazione tra i Paesi, come previsto dalle nuove direttive dell’Unione Europea in materia