San Gerardo La Porta Vescovo. La Chiesa ricorda la sua nascita al cielo.
“Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13) diceva San Paolo e, San Gerardo La Porta patrono di Potenza deve averlo con fede e determinazione creduto quando per miracolo operò la liberazione della città di Potenza dai Turchi, ad opera di una schiera di angeli chiamati dal Santo. Il Santo Gerardo, patrono della città lucana, viene venerato principalmente il 30 maggio, giorno della traslazione delle sue reliquie, ma la Chiesa lo ricorda oggi 30 ottobre, giorno della sua nascita al cielo. Nato a Piacenza quest’anno ricorrono i 900 anni dalla morte, da una famiglia di nobili origini (i marchesi Della Porta), Gerardo si diresse verso l’Italia meridionale forse alla volta dei luoghi santi, ma giunto a Potenza decise di dedicarsi alla vita apostolica.
Fu tale il suo impegno che andò a svolgere il ruolo di vescovo della città, carica vacante dal 1099, data della morte del precedente vescovo, anche lui di nome Gerardo. Fu proclamato vescovo ad Acerenza nel 1111 e portò la Chiesa avanti per otto anni. Le sue reliquie sono riposte in un sarcofago nel Duomo di Potenza. A solo un anno dalla morte, nel 1120, papa Callisto II lo proclamò santo viva voce; immediatamente la popolazione potentina iniziò a venerare il santo. L’arciprete Francesco Giambrocono ricorda nel 1887, in occasione del Giubileo indetto da Leone XIII, che Gerardo diffuse fra tutta la popolazione la conoscenza e la sapienza e contribuì ad aumentare l’istruzione a tutto il popolo, spalancando le porte della conoscenza custodite dal clero a tutti i potentini. Nella tradizione popolare della città di Potenza è principalmente ricordato per l’episodio della cacciata dei Turchi. L’evento narrato dalla tradizione è ricordato nella sfilata dei turchi che si tiene il 29 maggio di ogni anno a Potenza.
Nel luogo in cui secondo la tradizione avvenne il miracolo è stato edificato un tempietto con una statua del santo, popolarmente conosciuto come “San Gerardo di marmo”, realizzato nel 1865 dallo scultore potentino Antonio Busciolano. Secondo il vescovo di Potenza Tiberio, altri furono i miracoli del Santo ricordati nella memoria popolare: a Gerardo sarebbe attribuita la trasmutazione dell’acqua in vino, la guarigione di ammalati dalla cecità, dalle paralisi, dalla sordità e dal mutismo. La dottrina di verità con le parole e gli esempi; poiché era giusto, mostrava la giustizia e la verità; poiché casto, spingeva alla castità; umile, benigno, mansueto, a tutti comandava di possedere l’umiltà, la mansuetudine, la benignità; diceva:“Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti nel momento della prova”. Integro di mente e di corpo energicamente riprendeva coloro che cadevano nella lussuria. Uomo prudente e virtuoso disprezzava l’imprudenza degli uomini cattivi. Trascorreva in preghiera e veglia le intere notti ricordando ciò che dice il salmo (118, 62): “Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate tra i popoli le sue opere”.
San Gerardo inoltre ha offerto un esempio peregrinando per molte zone d’Italia fino a stabilirsi nella città di Potenza. Egli si ferma a Potenza per vivere il suo sacerdozio, ben comprendendo che una forte vita ascetica, un buon impegno culturale, l’instancabile insegnamento potevano tradurre la forza dello spirito che ha colpito la sua anima. È urgente dire che è la storia ad essere l’ancella della teologia, cioè del discorso divino. In un mondo che ha smarrito le radici e comunque le ricerca ancora, l’unico antidoto alla secolarizzazione, cioè al pensare che la vita non ha senso e perciò non è veramente utile, è il racconto di Dio che interviene nei fatti dell’uomo. La capacità del saper convincere con chiarezza e semplicità l’uomo, perché la semplicità è sempre figlia dell’erudizione come diceva Cicerone ,ed è quello che nella sua vita ha professato il Santo Gerardo, mostrando l’integrità di ideali, pensieri e azioni nella semplicità e nell’eroicità delle scelte,parlando di Dio,amando Dio e credendo fermamente che nulla è impossibile a Dio.