San Gennaro: il Santo del giorno.

Le notizie incerte che si hanno non permettono di tratteggiare con precisione la figura di san Gennaro, vescovo di Benevento. Si conosce però che fu decapitato, con altri compagni, per difendere la propria fede intorno al 305, durante la persecuzione di Diocleziano, probabilmente a Pozzuoli. Del martirio di san Gennaro ne parla già il martirologio Geronimiano, la cui redazione primitiva si ascrive al secolo V, come pure gli antichi calendari di Cartagine (sec. VI) e di Napoli (sec. IX). , lo presenta come un vescovo di Benevento martirizzato sotto Diocleziano intorno al 300 d.C. Secondo questo scritto, durante le persecuzioni cristiane  Gennaro  si recò insieme nell’antica città di Miseno vicino a Pozzuoli, per dare conforto al giovane diacono Sossio imprigionato perché cristiano, insieme al diacono Festo e il lettore Desiderio ma furono anche loro arrestati per lo stesso reato.Davanti al giudice della Campania, Draconzio, gli arrestati si rifiutarono di sconfessare il loro credo cristiano e vennero condannati a morte.

Furono decapitati presso la Solfatara, un vulcano attivo di Pozzuoli, e mentre i condannati raggiungevano il luogo dell’esecuzione il diacono Procolo e i laici  Acunzo e Eutichete  tutti e tre di Pozzuoli, protestarono vivacemente per la sentenza e vennero quindi anche loro arrestati e condannati a morte. Le ossa di San Gennaro, dopo molte vicissitudini furono traslate dall’Abbazia di Montevergine e portate a Napoli dove sono ancora oggi custodite nella Cripta di San Gennaro, sotto l’altare maggiore del Duomo. Durante il martirio si racconta che una donna, di nome Eusebia, raccolse il sangue di San Gennaro in alcune ampolle custodite, insieme al cranio, nella Cappella del Tesoro di San Gennaro. In occasione della traslazione del corpo del santo da Pozzuoli alle catacombe di Napoli, fatta da un vescovo di quella città, Eusebia regalò al porporato le due ampolle contenenti il sangue raggrumato di san Gennaro. Nel corso del tempo le reliquie ebbero vari trasferimenti: attualmente il capo e le ampolle del sangue del martire sono custodite nel duomo di Napoli. Da secoli, tutti gli anni, si verifica un evento singolare, prodigioso anche per la scienza, che finora non ha trovato una spiegazione: ed è la liquefazione del sangue. La testimonianza più antica di questo fenomeno la troviamo in uno scritto del 1389: ne seguiranno tante altre, e tutte concordi.

La liquefazione avviene ogni anno il 19 settembre, anniversario del martirio, il primo sabato di maggio, giorno in cui si ricorda la prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e il 16 dicembre, anniversario della terribile eruzione del Vesuvio arrestata, secondo la fede dei napoletani, per intercessione di san Gennaro. Oltre che a Napoli il miracolo si verifica quasi simultaneamente a Pozzuoli, sulla pietra che la tradizione ritiene sia stata usata per la decapitazione. Il culto di san Gennaro si diffuse rapidamente sia nelle Chiese d’Occidente che in quelle d’Oriente; i napoletani lo venerano come loro patrono principale.

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