Santa Teresa del Bambino Gesù,vergine e dottore della Chiesa
Lettera di invito alle Nozze di suor Teresa di Gesù Bambino del Santo Volto. “Il Dio Onnipotente, Creatore del Cielo e della terra, Sovrano Dominatore del Mondo e la gloriosissima Vergine Maria, Regina della Corte celeste, volentieri le comunicano il Matrimonio del loro Augusto Figlio, Re dei Re e Signore dei signori, con la Signorina Teresa Martin, ora Signora e Principessa dei regni portati a lei in dote dal suo Divino Sposo, e cioè: L’Infanzia di Gesù e la sua Passione, mentre i suoi di nobiltà sono: di Gesù Bambino e del Volto Santo. Il signor Luigi Matin, Proprietario e padrone delle Signorie della sofferenza e dell’Umiliazione e la signora Martin, Principessa e Signora d’onore della Corte Celeste, le partecipano volentieri il Matrimonio della loro figlia, Teresa, con Gesù il Verbo di Dio, seconda persona dell’adorabile Trinità che per l’intervento dello Spirito Santo si è fatto Uomo e Figlio di Maria, la Regina del cielo.Non avendola potuto invitare alla benedizione Nuziale che è stata data loro sulla montagna del Carmelo, l’8 Settembre 1890, (essendovi stata ammessa solo la corte celeste) lei è nientemeno pregato di recarsi al Ritorno dal viaggio di Nozze che avrà luogo Domani, giorno dell’Eternità, nel quale Gesù, Figlio di Dio, verrà sulle Nubi del Cielo nello splendore della sua Maestà, per giudicare i Vivi e i Morti”. Così scriveva la dolcissima Santa Teresa di Gesù Bambino per invitare alle sue nozze con Cristo. Certo la grandezza della Santa carmelitana si legge anche in questo invito, semplice, umile, confidente, piccolo (e si sa che solo chi si sa fare piccolo, piace a Dio) . Oggi la Chiesa fa memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa: entrata ancora adolescente nel Carmelo di Lisieux in Francia, divenne per purezza e semplicità di vita maestra di santità in Cristo, insegnando la via dell’infanzia spirituale per giungere alla perfezione cristiana e ponendo ogni mistica sollecitudine al servizio della salvezza delle anime e della crescita della Chiesa. Concluse la sua vita il 30 settembre, all’età di venticinque anni.
Il 2 gennaio 1873 verso mezzanotte, la casa di Giuseppe Stanislao Martin e di Zelia Guerin fu rallegrata da una bambina Maria Teresa. Nei primi anni della sua esistenza rimase orfana della mamma, e fu educata dal padre e dalle sorelle.Nel 1887 a 14 anni, Teresa chiese di entrare nel monastero delle Carmelitane, ma non le fu concesso perché era ancora troppo giovane.Non si scoraggiò, e nell’anno appresso partì con suo padre per Roma, e là inginocchiata ai piedi del Pontefice, gli disse: « Santo Padre, per onorare il vostro giubileo, permettetemi di entrare nel Carmelo a 15 anni ». « Entrerete se il buon Dio vorrà », rispose il Papa. Il 9 aprile 1888, dopo giorni di preghiere e di mortificazioni, le porte del Carmelo di Lisieux si aprirono a ricevere la giovanetta.Il 10 giugno 1890 vestiva l’abito del Carmelo; e 1’8 settembre del 1890 emetteva i santi voti prendendo il nome di Suor Teresa del Bambin Gesù. Entusiasta del bello, avrebbe voluto dipingere e comporre versi: essere la suora sagrestana per rimanere vicina a Gesù ed occuparsi dei sacri lini; invece l’ubbidienza la incaricò di lavare e rammendare gli abiti. Il freddo era intenso, i cibi molto comuni. Teresa, di delicata costituzione, soffriva ma non si lamentava con la semplicità d’una bambina diceva di essere il giocattolo di Gesù.
Così trascorse nove anni in religione: ubbidienza, preghiera, sacrificio erano il suo programma. Nell’aprile del 1895 ebbe come un presentimento della sua partenza: « Io morrò presto, diceva. Non ho offerto al buon Dio che l’amore, ed Egli mi restituirà l’amore. Dopo la mia morte farò cadere sul mondo una pioggia di rose. Voglio insegnare la mia piccola via agli uomini, voglio dir loro che vi è una piccola ma una gran cosa da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici ».La giovane carmelitana sul letto della sua ultima malattia era affranta dal dolore: « Soffro » diceva semplicemente. È l’agonia senza mescolanza di consolazioni. « Mi manca l’aria della terra; quando respirerò l’aria del Paradiso? Madre mia, il calice è al colmo. Non avrei creduto poter soffrire tanto ». Era sera e la campana del Carmelo suonava l’Angelus: Suor Teresa fissò lo sguardo’ sull’Immacolata e sul Crocifisso, e dopo una breve pausa esclamò: « Oh! Dio, vi amo… »,e subito Teresa morì e nacque al cielo.