Il Papa all’Angelus :Lasciarsi riempire il cuore dal fuoco dell’Amore per amare Dio e i fratelli
Il Papa nell’Angelus di questa domenica di agosto ha voluto ripercorrere la pagina odierna del Vangelo (cfr Lc 12,49-53) Il Santo Padre ha detto :“Gesù avverte i discepoli che è giunto il momento della decisione. La sua venuta nel mondo, infatti, coincide con il tempo delle scelte decisive: non si può rimandare l’opzione per il Vangelo”.Ha poi rimarcato- Penso con ammirazione a tante comunità e gruppi di giovani che, anche durante l’estate, si dedicano a questo servizio in favore di ammalati, poveri, persone con disabilità. Per vivere secondo lo spirito del Vangelo occorre che, di fronte ai sempre nuovi bisogni che si profilano nel mondo, ci siano discepoli di Cristo che sappiano rispondere con nuove iniziative di carità”. Per richiamare infine ed esortare tutti che: “Si tratta di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti col Vangelo. Ha poi aggiunto a braccio :”Non è da cristiani ma da superstiziosi e non è di Dio andare da maghi e cartomanti ” E infine : “È buono dirsi cristiani, ma occorre soprattutto essere cristiani nelle situazioni concrete, testimoniando il Vangelo che è essenzialmente amore per Dio e per i fratelli.
Di seguito il Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nell’odierna pagina evangelica (cfr Lc 12,49-53) Gesù avverte i discepoli che è giunto il momento della decisione. La sua venuta nel mondo, infatti, coincide con il tempo delle scelte decisive: non si può rimandare l’opzione per il Vangelo. Per far comprendere meglio questo suo richiamo, questo momento decisivo, si avvale dell’immagine del fuoco che Lui stesso è venuto a portare sulla terra: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (v. 49). Queste parole hanno lo scopo di aiutare i discepoli ad abbandonare ogni atteggiamento di pigrizia, di apatia, di indifferenza e di chiusura per accogliere il fuoco dell’amore di Dio; quell’amore che, come ricorda San Paolo, «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5, 5). Gesù rivela ai suoi amici, e anche a noi, il suo più ardente desiderio: portare sulla terra il fuoco dell’amore del Padre, che accende la vita e mediante il quale l’uomo è salvato. Gesù ci chiama a diffondere nel mondo questo fuoco, grazie al quale saremo riconosciuti come suoi veri discepoli. Il fuoco dell’amore, acceso da Cristo nel mondo per mezzo dello Spirito Santo, è senza limiti, universale. Questo si è visto fin dai primi tempi del Cristianesimo: la testimonianza del Vangelo si è propagata come un incendio benefico superando ogni divisione fra individui, categorie sociali, popoli e nazioni. La testimonianza del Vangelo brucia. Essa brucia ogni forma di particolarismo e mantiene la carità aperta a tutti, con un’unica preferenza: quella per i più poveri e gli esclusi.
L’adesione al fuoco dell’amore che Gesù ha portato sulla terra avvolge l’intera nostra esistenza e richiede adorazione a Dio e anche una disponibilità a servire il prossimo. Penso con ammirazione a tante comunità e gruppi di giovani che, anche durante l’estate, si dedicano a questo servizio in favore di ammalati, poveri, persone con disabilità. Per vivere secondo lo spirito del Vangelo occorre che, di fronte ai sempre nuovi bisogni che si profilano nel mondo, ci siano discepoli di Cristo che sappiano rispondere con nuove iniziative di carità. Così il Vangelo si manifesta davvero come il fuoco che salva, che cambia il mondo a partire dal cambiamento del cuore di ciascuno. In questa prospettiva, si comprende anche l’altra affermazione di Gesù riportata dal brano di oggi, che di primo acchito può sconcertare: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Egli è venuto a “separare col fuoco” il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. In questo senso è venuto a “dividere”, a mettere in “crisi” – ma in modo salutare – la vita dei suoi discepoli, spezzando le facili illusioni di quanti credono di poter coniugare vita cristiana, e mondanità, e compromessi di ogni genere, pratiche religiose e atteggiamenti contro il prossimo. Si tratta di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti col Vangelo. È buono dirsi cristiani, ma occorre soprattutto essere cristiani nelle situazioni concrete, testimoniando il Vangelo che è essenzialmente amore per Dio e per i fratelli. Maria Santissima ci aiuti a lasciarci purificare il cuore dal fuoco portato da Gesù, per propagarlo con la nostra vita, mediante scelte decise e coraggiose.