Il Papa prega perché cresca nelle famiglie lo spirito di amore, di rispetto, di libertà.

Papa Francesco ha celebrato e presieduto la Messa a Casa Santa Marta nel venerdì della quinta settimana di Pasqua. Nell’introduzione ha pregato così- Oggi è la Giornata mondiale della famiglia: preghiamo per le famiglie, perché cresca nelle famiglie lo Spirito del Signore, lo spirito di amore, di rispetto, di libertà. Il Santo Padre ha poi letto l’Antifona del giorno – L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore. Alleluia. (Ap 5,12)- Nell’omelia, il Papa ha commentato il passo degli Atti degli Apostoli (At 15, 22-31).

Di seguito la trascrizione del testo dell’Omelia:

Nel Libro degli Atti degli Apostoli vediamo che nella Chiesa, all’inizio, c’erano tempi di pace, lo dice tante volte: la Chiesa cresceva, in pace, e lo Spirito del Signore si diffondeva; tempi di pace . C’erano anche tempi di persecuzione, cominciando dalla persecuzione di Stefano, poi Paolo persecutore, convertito, anche poi lui perseguitato. Tempi di pace, tempi di persecuzioni, e anche c’erano tempi di turbamento. E questo è l’argomento della prima lettura di oggi: un tempo del turbamento -Abbiamo saputo che alcuni di noi – scrivono gli apostoli ai cristiani che sono venuti dal paganesimo , abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi a turbarvi – con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Cosa era successo? Questi cristiani che provenivano dai pagani avevano creduto in Gesù Cristo e ricevuto il battesimo, ed erano felici: avevano ricevuto lo Spirito Santo. Dal paganesimo al cristianesimo, senza alcuna tappa intermedia. Invece questi che si chiamano -i giudaizzanti- sostenevano che non si potesse fare questo. Se uno era pagano, prima doveva farsi ebreo, un buon giudeo, e poi farsi cristiano, per essere nella linea dell’elezione del popolo di Dio. E questi cristiani non capivano questo- Ma come, noi siamo cristiani di seconda classe? Non si può passare dal paganesimo direttamente al cristianesimo? Non è che la Risurrezione di Cristo ha sciolto l’antica legge e l’ha portata a una pienezza più grande ancora? – Erano turbati e c’erano tante discussioni tra loro. E quelli che volevano questo erano persone che con argomenti pastorali, argomenti teologici, anche alcuni morali, sostenevano che no: che si dovesse fare il passo così! E questo metteva in discussione la libertà dello Spirito Santo, anche la gratuità della Risurrezione di Cristo e della grazia. Erano metodici. E anche rigidi. Di questi, Gesù aveva detto, dei loro maestri, dei dottori della Legge: “Guai a voi che percorrete cielo e mare per fare un proselito e quando l’avete trovato lo fate peggio di prima. Lo fate figlio della Geenna”. Più o meno così dice Gesù nel capitolo 23° di Matteo. Questa gente che era ideologica – più che -dogmatica- era ideologica – avevano ridotto la Legge, il dogma a un’ideologia e -si deve fare questo, e questo, e questo- una religione di prescrizioni, e con questo toglievano la libertà dello Spirito. E la gente che li seguiva era gente rigida, gente che non si sentiva a suo agio, non conosceva la gioia del Vangelo. La perfezione della strada per seguire Gesù era la rigidità- Si deve fare questo, questo, questo, questo. Questa gente, questi dottori “manipolavano” le coscienze dei fedeli, o li facevano diventare rigidi o, se ne andavano. Per questo, io mi ripeto tante volte, dico che la rigidità non è del buono Spirito, perché mette in questione la gratuità della Redenzione, la gratuità della Risurrezione di Cristo. E questa è una cosa vecchia: durante la storia della Chiesa, questo si è ripetuto. Pensiamo ai pelagiani, a questi, questi rigidi, famosi. E anche nei nostri tempi abbiamo visto alcune organizzazioni apostoliche che sembravano proprio bene organizzate, che lavoravano bene, ma tutti rigidi, tutti uguali uno all’altro, e poi abbiamo saputo della corruzione che c’era dentro, anche nei fondatori. Dov’è rigidità non c’è lo Spirito di Dio, perché lo Spirito di Dio è libertà. E questa gente voleva fare dei passi togliendo la libertà dello Spirito di Dio e la gratuità della Redenzione: “Per essere giustificato, tu devi fare questo, questo, questo, questo. La giustificazione è gratuita. La morte e la Risurrezione di Cristo è gratuita. Non si paga, non si compra: è un dono! E questi non volevano fare questo.  È bella la strada: gli apostoli si riuniscono in questo concilio e alla fine scrivono una lettera che incomincia così -È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo e mettono questi obblighi più morali, di buon senso: di non confondere il cristianesimo con il paganesimo, con l’astenersi dalle carni offerte agli idoli, eccetera. E alla fine, questi cristiani che erano turbati, riuniti in assemblea hanno ricevuto la lettera e «Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva- Dal turbamento alla gioia. Lo spirito della rigidità sempre ti porta al turbamento -Ma questo l’ho fatto bene? Non l’ho fatto bene? – Lo scrupolo, questo. Lo spirito della libertà evangelica ti porta alla gioia, perché è proprio questo che Gesù ha fatto con la sua Risurrezione: ha portato la gioia! Il rapporto con Dio, il rapporto con Gesù non è un rapporto così, di fare le cose, Io faccio questo e Tu mi dai questo. Un rapporto così, dico – mi perdoni il Signore – commerciale: no! È gratuito, come è gratuito il rapporto di Gesù con i discepoli. «Voi siete miei amici- Non vi chiamo servi, vi chiamo amici -Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi- questa è la gratuità. Chiediamo al Signore che ci aiuti a discernere i frutti della gratuità evangelica dai frutti della rigidità non-evangelica, e che ci liberi da ogni turbamento di coloro che mettono la fede, la vita della fede sotto le prescrizioni casistiche, le prescrizioni che non hanno senso. Mi riferisco a queste prescrizioni che non hanno senso, non ai Comandamenti. Che ci liberi da questo spirito di rigidità che ti toglie la libertà.

Il Papa ha invitato a fare la Comunione spirituale con questa preghiera- Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e Ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella Tua Santa Presenza. Ti adoro nel sacramento del tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverTi nella povera dimora che Ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederTi in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia.

Papa Francesco ha terminato la celebrazione con l’Adorazione e la Benedizione eucaristica. Prima di lasciare la Cappella di Casa Santa Marta dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’antifona mariana “Regina Caeli”, che si canta nel tempo pasquale.

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