Papa all’Angelus: Il Signore ci invita alla generosità disinteressata per il Paradiso.
Con qualche minuto di ritardo il Santo Padre ha introdotto l’Angelus domenicale così:“Devo scusarmi del ritardo: sono rimasto chiuso in ascensore per 25 minuti, c’è stato un calo di tensione ma poi sono venuti i vigili del fuoco. Facciamogli un applauso”. Lo ha detto il Papa prima dell’Angelus cominciato con diversi minuti di ritardo, facendo un pubblico ringraziamento ai vigili del fuoco che lo hanno tirato fuori. In seguito il Papa ricorda la Giornata per il Creato e ha annunciato per il 5 ottobre la convocazione di un concistoro per la creazione di 10 nuovi cardinali. Tra questi, l’attuale arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi. Poi ha chiesto preghiere per prossimo viaggio apostolico in Mozambico. Papa Francesco ha poi rimarcato un percorso importante per ognuno di noi per raggiungere il Paradiso: Gesù va completamente contro-corrente, manifestando come sempre la logica di Dio Padre. E aggiunge anche la chiave per interpretare questo suo discorso: «Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (v. 14). Questo significa che chi si comporta così avrà la ricompensa divina, molto superiore al contraccambio umano che ci si aspetta. Il contraccambio umano, infatti, di solito falsa le relazioni, introducendo l’interesse personale in un rapporto che dovrebbe essere generoso e gratuito. Invece Gesù invita alla generosità disinteressata, per aprirci la strada verso una gioia molto più grande: quella di essere partecipi dell’amore stesso di Dio .
Di seguito il Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa domenica (cfr Lc 14,1.7-14) ci mostra Gesù che partecipa a un banchetto nella casa di un capo dei farisei, e osserva come gli invitati corrono per procurarsi i primi posti. È un atteggiamento piuttosto diffuso, anche ai nostri giorni, e non solo quando si è invitati a un pranzo: si cerca il primo posto per affermare una presunta superiorità sugli altri. In realtà, questa corsa ai primi posti fa male alla comunità, sia civile sia ecclesiale, perché rovina la fraternità.Di fronte a quella scena, Gesù racconta due brevi parabole, mediante le quali indica due atteggiamenti fondamentali per la nostra vita: l’umiltà e la generosità disinteressata. La prima parabola è rivolta a colui che è invitato a un banchetto, e lo esorta a non mettersi al primo posto, «perché – dice – non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto» (vv. 8-9).Gesù invece insegna ad avere l’atteggiamento opposto: «Quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, veni più avanti!”» (v. 10). Dunque, non dobbiamo cercare di nostra iniziativa l’attenzione e la considerazione altrui, ma semmai lasciare che siano gli altri a darcele. Gesù ci mostra sempre la via dell’umiltà, perché è quella più autentica, che permette anche di avere relazioni autentiche. Nella seconda parabola, Gesù si rivolge a colui che invita e, riferendosi al modo di selezionare gli invitati alla festa, gli dice: «Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti» (vv. 13-14). Anche qui, Gesù va completamente contro-corrente, manifestando come sempre la logica di Dio Padre. E aggiunge anche la chiave per interpretare questo suo discorso : «Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (v. 14). Questo significa che chi si comporta così avrà la ricompensa divina, molto superiore al contraccambio umano che ci si aspetta . Il contraccambio umano, infatti, di solito falsa le relazioni , introducendo l’interesse personale in un rapporto che dovrebbe essere generoso e gratuito. Invece Gesù invita alla generosità disinteressata, per aprirci la strada verso una gioia molto più grande: quella di essere partecipi dell’amore stesso di Dio.La Vergine Maria, «umile ed alta più che creatura» (DANTE, Paradiso, XXXIII, 2), ci aiuti a riconoscerci così come siamo, cioè piccoli; e a gioire nel donare senza contraccambio.