Le indagini sulla morte del Carabiniere ucciso proseguono. A Roma il padre di Lee Elder
Sono stati svolti alcuni accertamenti da parte dei Carabinieri nella stanza dell’hotel romano dove hanno alloggiato i due americani, Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, accusati a vario titolo dell’omicidio con 11 coltellate (di cui Finnegan Lee è reo confesso) del vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega. Nei giorni scorsi nella camera erano stati trovati l’arma del delitto, nascosta nel controsoffito. Presenti anche i legali di Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, con i consulenti di parte, al sopralluogo tecnico in corso nella camera dell’hotel di Roma, dove avevano alloggiato i due americani che hanno preso parte all’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega. L’atto istruttorio è necessario per “fissare” il luogo dove i due hanno soggiornato prima e dopo il delitto e dove hanno nascosto (in un controsoffitto) il coltello che ha colpito 11 volte e ucciso il militare. Il padre di Elder a Roma “La prima cosa che vorrei sapere è quale è la prassi burocratica per poter rivedere in carcere mio figlio”. Questa l’unica frase che Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, il giovane americano che ha ucciso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha pronunciato durante il suo transito all’aeroporto di Fiumicino. il difensore di Elder ha detto che non ha precedenti penali Lo ha detto l’avvocato Roberto Capra, legale di Finnegan Lee Elder, il 19enne americano. L’avvocato Roberto Capra ha aggiunto “lo abbiamo visto questa mattina, è molto provato. Sugli accertamenti tecnici di questa mattina al momento non possiamo dire nulla”.C’è anche l’elenco dei turni di presenza in servizio della Stazione Farnese tra gli atti acquisiti dai pm della Capitale nell’ambito dell’indagine relativa all’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri.
Un’acquisizione, assieme ad altri documenti, che ha come obbiettivo quello di certificare la presenza in turno di Cerciello dalle 24 alle 6 di mattina del 26 luglio scorso insieme con il collega Andrea Varriale. I due, secondo quanto accertato dagli inquirenti di piazzale Clodio, erano in servizio in borghese nella zona di Trastevere. Michele Giarritta Prestipino procuratore Capo f. f. aveva sottolineato che “gli indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge. Gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive – aveva spiegato -, alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati”. “Ringrazio l’Arma dei Carabinieri e la Procura che fin dalle prime ore dal delitto hanno lavorato senza sosta fianco a fianco raggiungendo un grandissimo risultato a meno di 24 ore dalla commissione del fatto. All’esito della prima fase, la Procura della Repubblica ha ritenuto di avere raccolto un quadro di gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati e in sussistenza di tutti i presupposti di legge ha disposto il fermo, poi convalidato dal gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere innanzitutto in ordine al reato di concorso in omicidio”, secondo Prestipino nell’inchiesta “ci sono ancora aspetti da approfondire”.