Andrea Camilleri è morto
È morto nell’ospedale Santo Spirito di Roma, dove era ricoverato da settimane, uno degli scrittori italiani più letti e amati, non solo in Italia,Andrea Camilleri, Come si legge nel bollettino dell’ospedale, le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Il mondo della letteratura è in lutto. Scrittore di straordinario successo (non solo in Italia, e non solo grazie ai gialli-bestseller con il commissario Montalbano), sceneggiatore, regista, drammaturgo e docente, Andrea Camilleri era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925 Per volontà del maestro e della famigliale esequie saranno riservate. Il 6 settembre 1925, ancora agli albori del ventennio fascista, Camilleri nasce a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento.Dopo l’iscrizione alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, senza mai conseguire la laurea, negli anni successivi diventerà, oltre che scrittore di straordinario successo (non solo in Italia, e non solo grazie ai gialli-bestseller con il commissario Montalbano, sceneggiatore, regista, drammaturgo e docente, insegnando anche all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Appena conseguita la maturità liceale e non ancora diciottenne assiste allo sbarco degli alleati nella natia Sicilia riportandone un’impressione profonda. Frequenta quindi l’Accademia d’Arte Drammatica (nella quale in seguito insegnerà Istituzioni di Regia) e a partire dal 1949 inizia a lavorare come regista, autore e sceneggiatore, sia per la televisione (celebri le sue riduzioni di polizieschi come “Il Tenente Sheridan” e il “Commissario Maigret”), sia per il teatro (in particolare con opere di Pirandello e Beckett .Forte di questo straordinario bagaglio di esperienze, ha poi messo la sua penna al servizio della saggistica, campo in cui ha donato alcuni scritti e riflessioni intorno all’argomento spettacolo. Col passare degli anni ha affiancato a queste attività principali quella più squisitamente creativa di scrittore. Il suo esordio in questo campo risale precisamente al primo dopoguerra; se dapprima l’impegno nella stesura di romanzi è blando, col tempo si fa decisamente più intenso fino a dedicarvi un’attenzione esclusiva a partire da quando, per sopraggiunti limiti d’età, abbandona il lavoro nel mondo dello spettacolo. Una serie di racconti e poesie gli varranno il premio Saint Vincent. Il grande successo è però arrivato con l’invenzione del personaggio del Commissario Montalbano, protagonista di romanzi che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non fanno alcuna concessione a motivazioni commerciali o a uno stile di più facile lettura. Infatti, dopo “Il corso delle cose” (1978), passato pressoché inosservato, pubblica nel 1980 “Un filo di fumo”, primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigàta, a cavallo fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. In tutti questi romanzi Camilleri dà prova non solo di una straordinaria capacità inventiva, ma riesce a calare i suoi personaggi in un ambiente totalmente inventato e nello stesso tempo realistico, creando dal nulla anche un nuovo linguaggio, una nuova “lingua” (derivata dal dialetto siciliano), che ne fanno un nuovo Gadda