Beata Chiara Luce Badano: la Beata del giorno.

Chiara Luce, una ragazza diciottenne, morta di tumore, è stata beatificata il 25 settembre nel Santuario del Divino Amore a Roma per un caso di guarigione a lei attribuito avvenuto a Trento. La prima del Movimento dei Focolari a raggiungere questo traguardo. La beatificazione di Chiara Luce Badano, è stata accompagnata da una corrente di gioia ed entusiasmo giovanile. “Ringraziamo Dio per questo suo luminoso capolavoro”, è quanto scrisse Chiara Lubich in un telegramma a Ruggero e Maria Teresa Badano dopo la partenza per il cielo della loro figlia Chiara. La fama di santità di questa giovane di Sassello, diffusasi in modo strabiliante fin dai tempi della malattia, testimonia quanto un messaggio possa essere universale, coinvolgendo a più livelli laici, religiosi e addirittura non credenti, nonostante una malattia, di quelle inguaribili, che ti strappano in un breve lasso di tempo all’affetto dei tuoi cari e ai tuoi progetti. Eppure Chiara Luce ancora oggi è viva più che mai; lei che aveva deciso di vivere il futuro stillandolo di attimi presenti sino alla morte, un esercizio a cui si era allenata fin dalla più tenera et Chiara nasce a Sassello il 29 ottobre 1971. l genitori sono di origini modeste, Chiara è bella di aspetto e radiosa nello spirito. Le piace vestir bene, ama lo sport, stringe amicizie, entra a far parte del movimento dei Focolari. Nel 1985, per poter frequentare il liceo classico, si trasferisce con la famiglia a Savona.

Qui succede l’imprevedibile: durante una partita a tennis, avverte un forte, persistente dolore alla spalla. Gli accertamenti danno un responso impietoso: sarcoma osseo, senza grandi possibilità di guarigione. Cominciano le visite e i ricoveri in ospedale, ma nulla sembra poter togliere il sorriso dal volto di Chiara. La sua cameretta diventa una piccola chiesa, luogo di incontro e di preghiera. Dice Chiara: «l ‘importante è fare la volontà di Dio». E la sua omonima, la fondatrice dei Focolari, le attribuisce un secondo nome: Luce, perché dai suoi grandi occhi promana una luce di gioia. Si avvicina ormai il momento del distacco e la giovane ne è più che mai cosciente. È il suo incontro con lo sposo Gesù e Lei vuole presentarsi bella ed elegante. Si sceglie l’abito bianco, i canti per la cerimonia, raccomanda a tutti di non piangere. Alla mamma lascia le sue ultime parole: «Mamma sii felice, perché io lo sono già», È l’alba di domenica 7 ottobre 1990. Chiara è una giovane del nostro tempo. Per questo la Chiesa l’ha posta come  misura di santità, come segno di speranza soprattutto per i suoi coetanei.

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