Buon Anno….di Speranza
Vorrei porgere gli auguri di Buon Anno, chiedendo all’anno che verrà l’essenziale e tanta normalità a tutte le lettrici e i lettori di Cronaca e Legalità News. L’essenziale è la salute, l’amore, la pace. Sicuramente è la Speranza quella di cui parla Papa Francesco quando afferma che bisogna: Guardare col cuore. “Solo chi guarda col cuore vede bene, perché sa ‘vedere dentro’. E ancora in un’altra citazione del Santo Padre: Questo cammino non è mai concluso. Come nella vita di ognuno di noi c’è sempre bisogno di ripartire, di rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza, così per la grande famiglia umana è necessario rinnovare sempre l’orizzonte comune verso cui siamo incamminati. L’orizzonte della speranza! Questo è l’orizzonte per fare un buon cammino”. Voglio concludere rinnovando gli auguri e riportando i versi della poesia “Se tu venissi in autunno” dove la speranza anima la poetessa Emily Dickinson che per amore è in grado di attendere una vita intera.
Se tu venissi in autunno,
Io scaccerei l’estate,
Un po’ con un sorriso ed un po’ con dispetto,
Come scaccia una mosca la massaia.
Se fra un anno potessi rivederti,
Farei dei mesi altrettanti gomitoli,
Da riporre in cassetti separati,
Per timore che i numeri si fondano.
Fosse l’attesa soltanto di secoli,
Li conterei sulla mano,
Sottraendo fin quando le dita mi cadessero
Nella Terra di Van Diemen.
Fossi certa che dopo questa vita
La tua e la mia venissero,
Io questa getterei come una buccia
E prenderei l’eternità.
Ora ignoro l’ampiezza
Del tempo che intercorre a separarci,
E mi tortura come un’ape fantasma
Che non vuole mostrare il pungiglione.
Nella poesia “Se tu venissi in autunno” Emily Dickinson, scritta durante la Guerra Civile quando i parenti stretti di Emily andarono a partecipare alla guerra,la Dickinson ci racconta come sia difficile affrontare un’attesa quando si ha un obiettivo da raggiungere. Il tempo che passa, ma che in realtà sembra non passare mai e, diventa nemico principale dell’attesa. Ciò che rende ancora più snervante l’attesa è l’impossibilita di avere una certezza. Emily Dickinson in “Se tu venissi in autunno” vorrebbe avere una data, un momento preciso dell’anno in cui dover aspettare, un giorno specifico per cui fare il conto alla rovescia, o un periodo in particolare in cui tagliare via quel tempo in eccesso che la tiene lontana dalla persona che deve rivedere. Il tempo qui diventa quindi inquantificabile e immisurabile ma in tutto ciò la poetessa non perde mai la speranza.