Festa della Medaglia Miracolosa donata a Santa Caterina Labouré.
“Spalancate le porte del vostro cuore al Signore. Non temete. L’amore di Dio non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare. Egli offre l’aiuto necessario. Poi c’è Maria, che come dice S. Alberto Magno, distribuisce a tutti, tutti i beni”, esortava San Giovanni Paolo II. Oggi ricordiamo le apparizioni della Vergine Maria a suor Caterina Labouré, quest’ultima è stata scelta dalla Madonna per diffondere nel mondo il culto alla Medaglia Miracolosa. La Medaglia miracolosa è un simbolo di devozione e amore riconosciuto dalla Chiesa cattolica, sostegno per chi cerca la grazia, per chi affronta un momento particolarmente difficile della propria vita, o, semplicemente, per chi vuole ricordare ogni giorno di non essere solo, di avere una Madre infinitamente buona e amorevole che lo sostiene e lo affianca.Anche la storia della Medaglia miracolosa (o medaglia della Madonna delle Grazie, o medaglia dell’Immacolata) si collega a questo tipo di esperienza. Questo oggetto di venerazione, dal simbolismo potente, capace di guarigioni insperate e atti prodigiosi, nasce da un’apparizione, da un momento di amore divino fattosi carne e luce, dall’incontro tra una giovane e umile novizia appena ventiquattrenne e la Vergine Maria, in un colloquio notturno durato per ore, fatto non solo di parole, ma di sguardi, gesti, manifestazioni d’affetto e devozione e vibrante speranza.Perché le apparizioni di Maria, in particolare, sono considerate dalla Chiesa interventi di una Madre amorosa verso i suoi figli, un gesto di misericordia e affetto da parte di colei che, così vicina a Dio, non dimentica tutti coloro i quali vivono gli affanni della vita terrena, troppo fragili, troppo deboli per riuscire da soli a far fronte ai problemi, alle disgrazie, alle infinite prove che la vita pone loro innanzi. Così, di quando in quando, Maria discende a ricordare a chi crede e confida in lei il suo impegno, la sua volontà di aiutare gli uomini e le donne nel loro cammino quotidiano, di sostenerli, caldeggiando sempre e comunque la loro causa agli occhi del Padre.Così è stato per la Madonna della Medaglia miracolosa, che il 27 novembre 1830 apparve alla futura a Santa Caterina Labouré, giovane novizia nel convento delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli in rue du Bac n. 140, Parigi.Caterina Labouré, proclamata santa nel 1947 da Papa Pio XII, raccontò di aver assistito a molte apparizioni, nell’arco della sua vita. La prima appena adolescente, quando San Vincenzo de’ Paoli le apparve in sogno per invitarla a entrare nella sua Compagnia delle Figlie della Carità. Durante il noviziato ebbe altre apparizioni, di Gesù presente nell’Eucaristia al di là delle apparenze del Pane, e come Cristo Re crocifisso, spogliato di tutti i suoi ornamenti. Tenne queste apparizioni nascoste per tutta la vita, raccontandole in punto di morte solo al suo confessoreLe apparizioni più famose, per le quali Santa Caterina è ricordata, sono tuttavia quelle dell’Immacolata della Medaglia miracolosa. Esse avvennero nel luglio e nel novembre del 1830, nella Cappella del Noviziato. Il 18 luglio 1830, Caterina aveva pregato con fervore Gesù perché le concedesse di esaudire il suo grande desiderio di vedere la Santa Vergine. Alle 23, 30 si svegliò, sentendosi chiamare per nome, e vide ai piedi del letto un misterioso bambino, che la invitava ad alzarsi. “La Santa Vergine ti attende” le disse il bambino, che emanava raggi di luce mentre si muoveva. Il bambino, che Caterina identificò col proprio Angelo custode, l’accompagnò nella Cappella, dove la Madonna la stava attendendo seduta al lato destro dell’altare. Caterina raccontò: “Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell’altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria. Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato. La Santissima Vergine mi ha detto poi come avrei dovuto comportarmi con il mio confessore e molte altre cose.”Parlando dell’aspetto della Vergine Santa Caterina faticava a trovare le parole: “La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice “alla vergine”, cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato ai capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà.” La Santa raccontò di essersi inginocchiata davanti alla Madonna e di aver posato le mani sulle sue ginocchia, in reverenza.L’occasione in cui la Vergine Santa incaricò Caterina di far coniare la Medaglia miracolosa fu la seconda apparizione, avvenuta il 27 novembre 1830, intorno alle 17,30. La Vergine le disse che quella medaglia sarebbe stata un segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie per tutti coloro che avrebbero confidato in essa. Sempre la Madonna mostrò a Caterina come dovesse essere questa medaglia. Caterina raccontò che nell’apparizione i piedi di Maria poggiavano su un mezzo globo, che simboleggiava il globo terrestre, e schiacciavano la testa a un serpente verdastro chiazzato di giallo. Le mani della Vergine erano ornate di anelli tempestati di pietre preziose che proiettavano raggi di luce di diversa intensità e colore verso il basso. La Madonna spiegò a Caterina che quei raggi erano: “il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me lo domandano”. Caterina vide poi formarsi intorno alla Madonna una specie di cornice ovale, e una scritta che andava dalla mano destra alla sinistra di Maria formando un semicerchio di parole scritte a lettere d’oro: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.
Questa sarebbe diventata l’immagine frontale della Medaglia miracolosa: Maria che schiaccia la testa del Serpente, come preannunciato nella Bibbia (“Io porrò inimicizia tra te e la donna […] questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”, Gen 3,15), mentre dalle sue mani benedette partono raggi di luce, simbolo delle grazie concesse da Dio, e l’invocazione «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi» a incorniciare il tutto.Ma l’apparizione continuò, e il quadro mistico parve ruotare davanti agli occhi di Caterina, mostrandole quale dovesse essere il retro della Medaglia: “Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato di spine (quello di Gesù), l’altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, e io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione». Ecco la spiegazione del retro della Medaglia miracolosa: la M di Maria sostiene la Croce senza crocifisso; il monogramma I di Gesù (Iesus) si interseca con la M di Maria e la Croce, e simboleggia la salvezza recata da Gesù e dalla Madonna, il rapporto indissolubile che lega Cristo alla sua santissima Madre, che diviene così testimone della Salvezza dell’umanità da parte del Figlio suo Gesù e compartecipe all’atto stesso del sacrificio di Cristo; il cuore coronato di spine è il Sacro Cuore di Gesù, mentre quello trafitto dalla spada è il Cuore Immacolato di Maria; le 12 stelle simboleggiano le 12 tribù d’Israele e i 12 apostoli. La stessa Vergine viene salutata anche come Stella del mare nella preghiera Ave Maris Stella.La Madonna parlò ancora a Caterina dicendole di far coniare una medaglia su quel modello: “Tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia.” Caterina incontrò qualche resistenza, ma alla fine la Medaglia venne coniata, nel 1832, in circa 1500 esemplari, ma subito il suo potere si manifestò con numerosissime guarigioni e conversioni, tanto che fu necessario coniarne milioni di copie. Anche i papi Gregorio XVI e Pio IX ne hanno fatto uso e la Cappella delle Apparizioni è divenuta un luogo di culto e pellegrinaggio.