Il Santo del giorno: Sant’ Ambrogio Vescovo e dottore della Chiesa.
“Dove c’è la fede, c’è la libertà” diceva il Santo patrono di Milano. Sant’Ambrogio di nobile famiglia romana, nacque a Treviri nelle Gallie dove suo padre era prefetto e a pochi mesi di vita uno sciame di api portò alla sua bocca del miele. Ancora giovane, per la sua grande prudenza ed imparzialità, nel momento in cui cattolici e ariani si contendono il diritto di nominare il nuovo vescovo, Ambrogio deve garantire l’ordine pubblico.
In questa occasione parla alla folla, sprigionando un carisma inaspettato: il popolo acclama lui, subito, come vescovo. Fu mandato infatti governatore a Milano. Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l’elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l’intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla, un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero l’elezione di Ambrogio. Essendo egli solamente catecumeno, dovette prima ricevere il battesimo, poi il sacerdozio e finalmente malgrado la sua umile riluttanza, la consacrazione episcopale. Eletto dunque vescovo, con cuore di padre governò le anime a lui affidate.
Amorevole con tutti, si mostrava nello stesso tempo severo ed intransigente verso i nemici ostinati della Chiesa. Con la sua straordinaria perspicacia nella scelta dei pastori di anime, diede il colpo di grazia alla setta degli ariani. Questi eretici, riconoscendo Gesù Cristo solo come uomo, negavano recisamente la sua divinità. Ma se potenti erano gli eretici, più potenti furono i difensori suscitati da Dio per la integrità della fede. Frutti insperati raccoglieva il Santo coi suoi sermoni: va ricordata in modo speciale la conversione di S. Agostino. Anticipata da una profezia alla mamma Santa Monica, alla quale disse che tutte le lacrime dalla Santa versate per il figlio Agostino, non sarebbero state inascoltate da Dio. Stando una volta l’imperatore Teodosio nel presbiterio della chiesa, posto riservato unicamente ai sacerdoti, coraggiosamente mandò ad avvertirlo, ma con tale carità, che Teodosio ringraziò il santo vescovo di tale avvertimento. Allorché lo stesso imperatore osò entrare in chiesa dopo la strage di Tessalonica, Ambrogio glielo impedì, e quando l’imperatore per scusarsi addusse l’esempio del re Davide, il santo Vescovo coraggiosamente rispose: “Se avete imitato Davide nel peccato, imitatelo anche nella penitenza”. Finalmente, dopo molte lotte e sacrifici, andò a ricevere la corona delle sue fatiche in cielo, il 4 aprile dell’anno 397.Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede e istruì nella devozione il popolo con commentari e inni per il canto.