La Parola: Gesù, è sempre pronto a risanarci e a rimandarci in prima linea nella lotta contro il male.
“Ascoltate la Parola del Signore, capi di Sòdoma; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra! Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato”. (Is 1,10.16-20).
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità News, questa stamattina vi invito a soffermarci su un versetto della Parola di Dio che ci propone oggi la Liturgia. Il versetto che meditiamo oggi, ha come destinatari i capi di Sodoma e gli abitanti di Gomorra, città simbolo, nell’Antico Testamento, del male e del peccato. Esse rappresentano il male e il peccato di ogni tempo, il nostro peccato e il male che commettiamo quotidianamente. Si, perché ciascuno, pur essendo per il battesimo tempio dello Spirito Santo, porta dentro di sé un nemico: l’uomo vecchio. Esso riemerge sempre con forza e ci spinge a compiere il male che non vorremmo, anziché il bene che vorremmo. È la concupiscenza che – come insegnano i Padri – non è peccato, ma viene dal peccato e spinge al peccato. Nel momento in cui le diamo il nostro consenso, essa genera in noi il peccato e con il peccato, la morte interiore. La vita cristiana allora è una lotta, un combattimento contro questo nemico che è sempre in agguato e pronto a colpirci. Ognuno, dunque, deve vigilare affinché possa dire No al male e SI al bene. Ma cosa fare se l’uomo vecchio ha prevalso? Se veniamo feriti in battaglia? Ecco la parola di speranza che ci consegna la liturgia oggi: essa ci grida con forza che l’amore e il perdono di Dio sono più grandi del peccato dell’uomo. Ci ricorda che anche se i nostri peccati fossero di un rosso vivo e brillante come lo scarlatto o la porpora, Dio può farli diventare bianchi come neve e lana. L’amore e il perdono di Dio posso fare nuove tutte le cose, creare un nuovo mondo dentro di noi, risanare e guarire quelle ferite che subiamo nella battaglia contro il male che ci abita. Ecco, perché, non dobbiamo mai disperare: per quante volte possiamo essere feriti dai nostri peccati, la battaglia non è mai finita e il nostro capitano – medico, Cristo Gesù, è sempre pronto a risanarci e a rimandarci in prima linea nella lotta contro il male.
Concludo augurandovi una buona giornata e condividendovi un piccolo apoftegma tratto dai padri del deserto sulla misericordia di Dio: “Un soldato domandò un giorno a un anziano se Dio concede il perdono ai peccatori. E l’anziano rispose: “Ditemi, carissimo, se il vostro mantello è strappato, voi lo buttate via?” Il soldato replicò: “No, lo accomodo e continuo a usarlo”. L’anziano concluse: “Se voi vi prendete cura del vostro mantello, Dio non sarà misericordioso verso la propria immagine?”