La Parola: Padre santo, custodiscili nel Tuo nome,perché siano una sola cosa.
Dieci minuti con Gesù:
Dal Vangelo di San Giovanni (Gv 17,11b-19) Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità News buongiorno! Il Signore vi benedica sempre! Oggi vi invito a trascorrere i dieci minuti con Gesù meditando su un versetto del vangelo che ci propone la messa. Gesù dice: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi”. Gesù chiede al Padre di custodire ciò che da lui ha ricevuto, ossia i suoi discepoli, affinché siano una cosa sola come Lui è una cosa sola con il Padre. Il Rabbì di Nazareth prega, dunque, perché tra i discepoli regni l’unità. UNITÀ è, allora, la parola chiave che deve accompagnarci in questa giornata. Essere costruttori di unità, testimoni di unità, operatori di unità. L’unità è qualcosa che spesso manca! A volte vediamo regnare attorno a noi più la divisione e la separazione. E questo è opera del maligno che è padre della divisione e delle nostre debolezze. Gesù, invece, ci chiede di essere uniti! Ma che cos’è l’unità? Di sicuro non è omologazione.
Essere uniti non significa rinunciare alla propria individualità. Nello stesso tempo non è individualismo! L’immagine più bella dell’unità ce la offre la musica, dove suoni diversi tra loro, messi insieme danno origine ad un’armonia. Ecco cos’é l’unità: armonia nella diversità. E come possiamo essere uniti? L’unità è sicuramente un dono da implorare con la preghiera. Colui che armonizza le voci e i cuori è lo Spirito Santo. Senza la sua presenza non costruiremo mai armonia attorno a noi. Nello stesso tempo l’unità è opera delle nostre mani. Per essere costruttori di unità bisogna mortificare il proprio EGO (attenzione non la propria dignità o persona, ma egoismo e orgoglio) e fare spazio all’ALTRO. Infine, per essere costruttori di unità dobbiamo ricordarci che dobbiamo fare unità in noi stessi: dobbiamo riconciliarsi con le nostre storie, il nostro passato, le nostre ferite, accertarci per quello che siamo con ricchezze e miserie. Solo se siamo pacifisti dentro saremo pacificatori all’esterno, solo se vi è in noi un’unità profonda, allora creeremo unità fuori di noi. Chiediamo al Signore questi doni e preghiamo perché tra gli uomini vi sia maggiore unità. Auguro a tutti una buona giornata e una buona meditazione. Padre Gaetano.