La Parola:A chi ama Dio tutto è possibile.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,51-59) In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
C ari Lettori e Lettrici di Cronaca e Legalità News, oggi festa del patrono della nostra terra calabrese, San Francesco da Paola, per la vostra meditazione vi condivido alcune brevi riflessioni che traggo da un’omelia che Mons. Bertolone, arcivescovo della diocesi di Catanzaro e presidente della nostra conferenza episcopale calabrese, ha tenuto nel 2016 in occasione del 600 anniversario della sua nascita. Sono undici indicazioni, se volete undici pennellate con le quali egli dipinge la figura meravigliosa del nostro patrono. Buona meditazione!1 – Il carisma penitenziale di san Francesco di Paola, oggi “Quella di San Francesco di Paola è una spiritualità che porta a stabilire una giusta distanza dai beni materiali e a considerarsi pellegrino in un mondo non nostro, ma che ci è stato dato solo, mi si perdoni la frase, in comodato d’uso. Quando gran parte della Chiesa reputava sorpassate certe forme penitenziali e i suoi stessi frati lo giudicavano oltremodo rigoroso per le disposizioni penitenziali lasciate nella Regola, egli tenne ferme le sue scelte, appellandosi all’amore di Dio (“A chi ama Dio tutto è possibile”) e alla libera scelta dell’uomo che accetta la penitenza in spirito di libertà”. “Egli non cedette dinanzi ai potenti del tempo che cercavano di averlo dalla loro parte, con le lusinghe o con le minacce […] A me piace considerare il fondatore dei Minimi, tanto coraggioso quanto caritatevole come il compendio e l’incarnazione stessa della Dottrina sociale della Chiesa. Il sangue che fece sprizzare dalla moneta spezzata difronte al Re di Napoli non è altro che la sua denuncia di fronte allo sfruttamento dei sudditi dello stesso sovrano”. 2 – In Francia Il santo non fu mai succube dei potenti:
“Il re di Francia Luigi XI aveva voluto Francesco vicino a sé, non per la propria crescita spirituale, ma piuttosto per il proprio “particulare”, (come direbbe il Guicciardini), ossia per ottenere da lui, diventato celebre per i suoi prodigi, il miracolo della guarigione della sua gravissima malattia che lo stava uccidendo. Il frate, tuttavia, non gli restituì la salute del corpo, ma quella dell’anima, riconciliandolo con Dio”. 3 – Uomo essenziale.La vita di San Francesco di Paola è tutta una “ricerca dell’essenzialità, di ciò che riconduce l’uomo alla verità dell’esistenza che oggi dobbiamo riscoprire per affrancarci dal banale atteggiamento consumistico e tornare alla vera essenza delle cose che danno valore alla vita” 4 – Uomo della riconciliazione.Oggi che si vive in un tempo in cui la conciliazione è una frase solo ad effetto, prezioso, allora, diventa lo stile di vita del religioso. “Il nostro santo ci ammaestra sulla riconciliazione con Dio, con gli altri, con noi stessi e con la natura e con il mare… A questo proposito, è opportuno e doveroso rammentare che nel 1943 papa Pio XII, in memoria di una sua miracolosa traversata dello Stretto, lo nominò protettore della gente di mare italiana”. 5 – Uomo della sobrietà La mancanza odierna del gusto della pausa, della riflessione, della meditazione, aboliti da un mondo frenetico e rampante, esalta la sobrietà del taumaturgo paolano. “Il messaggio di Francesco di Paola è chiaro: l’uomo del nostro secolo deve risvegliarsi dal sogno della tecnocultura, relativizzarlo, inserirlo in un percorso creativo tendente ad abbandonare la volontà di potenza e di dominio e affidarsi a quella sana e razionale capacità che sa andare oltre il visibile ed il possibile”. 6 – Homo viator San Francesco, fino all’età di 91 anni, si presenta come l’uomo delle scelte certe, del cammino verso Dio, della carità. Atteggiamenti che servono all’uomo attuale per cambiare la rotta insicura del nostro pianeta. “Il peregrinare di San Francesco di Paola. Il suo andare continuo deve essere il simbolo del nostro viaggiare verso Dio. San Francesco di Paola è l’uomo che sa e vuole scegliere: l’impegno per la scelta di una vita santa è il valore fondamentale che un uomo può cogliere nel nostro santo e scegliere non è facile, perché la paura di assumersi delle responsabilità fa rimandare al futuro ogni decisione e si rischia così di non vivere, ma di lasciarsi vivere”
Uomo controcorrente 7- “San Francesco di Paola è uomo controcorrente: scegliere è sì un dovere e un bene, ma nella coerenza di vita, nella fedeltà agli ideali ed è questo che rende un uomo maturo e onesto. La tentazione di cedere alle mode altalenanti, al pensiero dominante, all’asservimento a chi può darti qualcosa nella vita, al do ut des, è molto forte per l’uomo di oggi: su questo aspetto Francesco dà un’altra lezione di vita perché, uomo tutto d’un pezzo, ostile alla visione secolarizzata della vita, in nome del rigore eremitico e quaresimale”.8 – Fondatore “Diventò fondatore di un Ordine religioso che non era nei suoi progetti, ma che rispondeva a un disegno di Dio e che colse dagli avvenimenti. Egli dovette adattare le abitudini di eremita solitario alle esigenze della vita comunitaria. Diventa in tal modo l’interprete dei problemi sociali della sua gente, oppressa dall’ingiustizia, che egli lentamente assume, interviene, e anche se non era facile opporsi al dispotismo del tempo”. Non a caso rischia l’arresto. 9 – Uomo fustigatore dei costumi .San Francesco di Paola insegna a non temere le ingiustizie, i loro ricatti e le minacce dei potenti o dei falsari della verità di turno. “La sua vita è stata sempre la stessa: una coerenza non basata sulla monotonia del vivere quotidiano, ma sulla fedeltà ai valori accolti e alle scelte fatte nelle circostanze sempre mutevoli della sua vita. Per cui a 91 anni sembrava un sedicenne”. Illuminante a tal proposito è la prova del fuoco: “Tenendo tra le mani dei tizzoni ardenti senza bruciarsi, convinse l’inviato del Papa, nel 1467, all’età di 40 anni, sulla possibilità di vivere l’ascesi quaresimale, affermando che l’amore di Dio rende possibile tutto e, all’età di 91 anni, il giorno prima di morire, 1° aprile 1507, prese di nuovo il fuoco tra le mani per convincere i suoi frati dell’osservabilità della sua proposta di vita”. 10 – Uomo della gioia.La povertà del santo, la sua vita di preghiera, i suoi continui ritiri spirituali non hanno intaccato minimamente la sua vocazione alla gioia. “Possiamo definirlo l’uomo della gioia. Una delle note caratteristiche della sua vita è aver dato serenità e gioia a quanti si imbatterono in lui. Nelle testimonianze ai processi di canonizzazione è ricorrente l’osservazione “e tutti ritornavano contenti”, perché la gioia è frutto di una pace interiore che il nostro Santo dava, prospettando i valori della vita…nel timore di Dio”.11 – Parla ai Giovani .
Un uomo del Signore non appartiene ad un tempo, ma è per l’eternità. Anche sui giovani il santo può darci una lettura interessante del suo pensiero. “Il Santo offre ai giovani delle indicazioni per come avere gioia dentro e saperla diffonderla attorno; per come essere felici e per come dare felicità agli altri. La felicità va correlata al bene e va coniugata con l’impegno di un lavoro onesto e responsabile. Oggi bisogna gridare perché i governanti combattano la corruzione, risolvano il problema della disoccupazione, moralizzino la vita pubblica nei vari ambiti. I giovani devono guardarsi dal cadere nella rete della piccola o grande delinquenza, ma essere interpreti della loro vita “alzando la voce” pacificamente, per spingere i potenti di questa società globalizzata ad amare la pace e il bene comune”.
Chiediamo oggi al Signore per intercessione di San Francesco di Paola, la fine della diffusione del Coronavirus per la nostra terra e per l’Italia intera. Buona meditazione e auguro a tutti una buona giornata, benedicendovi. Padre Gaetano.