Oggi si ricorda Sant’Elena
Sant’Elena si ricorda come madre dell’Imperatore Costantino, ma anche e soprattutto per aver ritrovato la tomba di Cristo scavata nella roccia e poco dopo la croce del Signore e quelle dei due ladroni. Nella città di Naisso, nacque da Elena nell’anno 272 Costantino, il grande imperatore che avrebbe data la libertà al Cristianesimo. Quando Cloro venne dal Senato creato Cesare assieme a Galerio per ordine degli imperatori Diocleziano ‘e Massimiano, dovette legalmente ripudiare la sua sposa Elena nel 293 per volere di Diocleziano e sposare Teodora, la figliastra dell’imperatore Massimiano, allo scopo di cementare con un matrimonio dinastico l’elevazione di Costanzo a Cesare di Massimiano all’interno della Tetrarchia. Di fatto Elena fu lasciata libera di vivere tranquillamente col figlio Costantino nella quiete della loro villa nell’Illiria. Quantunque ammirabili e singolari fossero le virtù di Elena durante il governo dell’imperatore suo marito, tuttavia non erano che virtù umane, non essendo ancor cristiana. La grazia però del battesimo non era più lontana. Infatti Costantino suo figlio, proclamato imperatore nel 306, dopo la morte di Costanzo, la chiamò subito presso di sé, conferendole il titolo prestigioso di Augusta, e facendole conoscere il vero Dio. È impossibile dire con quanto fervore Elena si mise a far opere di pietà, quantunque fosse in età di circa sessant’anni; cercò in ogni modo di ricuperare il tempo perduto, edificando coi suoi esempi la chiesa di Dio, che suo figlio cercava di dilatare colla sua autorità.
Avendo Elena largamente a sua disposizione i tesori dell’impero, se ne servì per fare abbondanti elemosine, e per arricchire di vasi e arredi sacri le chiese della cristianità. Dopo il Concilio di Nicea, l’imperatore Costantino si diede con grandissimo slancio a far costruire templi e basiliche al vero Dio, specialmente in Terra Santa. La piissima Elena si assunse l’incarico di curare le costruzioni di Palestina a nome del figlio, recandosi essa stessa sul luogo. Partì per Gerusalemme l’anno 326: e quel viaggio non fu che una continua effusione di elemosine ch’essa andava spargendo a larghe mani ovunque passava e a chiunque ricorreva a lei. Giunta a Gerusalemme, fece tosto gettare a terra il tempio di Venere che era stato edificato sul Calvario dai pagani, che avevano così voluto profanare il luogo della morte e della risurrezione di Gesù. Ivi essa scoprì e ritrovò il S. Sepolcro ed il legno della S. Croce. In processione, col Vescovo di Gerusalemme, la Croce su cui Gesù era morto fu portata nella cattedrale della città.Dopo questo, Elena si trattenne ancor un po’ a Gerusalemme per vedere iniziata la sontuosa basilica fatta da lei erigere sul S. Sepolcro; indi, ordinate le costruzioni di altre chiese sul luogo della nascita e della Crocifissione di Gesù, si preparò per il ritorno. Prima di partire da Gerusalemme volle servire a tavola ella stessa le Vergini che erano ricoverate nel monastero da lei fatto costruire. Ritornata a Roma, il Signore la chiamò a godere il premio delle sue fatiche e delle sue elette virtù. Spirò tra le braccia del figlio Costantino l’anno 329.
La tradizione racconta che Elena, salita sul Golgota per purificare il sacro luogo dagli edifici pagani qui fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo. E venne eseguita la prova: su di essa fu posto il cadavere di un uomo, il quale resuscitò. Questo miracolo è stato rappresentato da molti artisti, celebri sono i dipinti nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Roma e quelli presenti nel famoso ciclo di san Francesco ad Arezzo, firmato da Piero della Francesca (1416/1417 ca.-1492).Alla santa madre di Costantino è anche attribuito il ritrovamento degli strumenti della Passione, i quali sono custoditi e venerati nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, che lei fece innalzare dopo l’eccezionale scoperta. Le sante reliquie sono: parti della Croce di Cristo, il titulus crucis (il cartiglio originario infisso sopra la Croce), la croce di uno dei due ladroni, la spugna imbevuta d’aceto, un chiodo e parte della corona di spine. Gli altri tre chiodi si trovano uno nella Corona Ferrea a Monza, uno sospeso sopra l’altare maggiore del Duomo di Milano e uno, dalla tradizione più dubbia, nel Duomo di Colle di Val d’Elsa in provincia di Siena. Inoltre, nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme si trova la cappella di Sant’Elena, il cui pavimento era stato coperto con terra proveniente dalla Terra Santa.La Corona di spine è oggi custodita nel Duomo di Parigi, dove, ogni anno l’11 Agosto, si festeggia il ricevimento della Santa Corona. Precedentemente essa era custodita a Costantinpoli e poi,intorno al XIII sec. fu donata da Balduino a San Luigi IX re di Francia nel 1239, oppure acquistata dal re come si evince da più fonti che ne riportano l’acquisto e collocazione nella Sainte-Chapelle, uno dei più importanti monumenti di Parigi, situato nell’Île de la Cité, nel cuore di Parigi. E’ una cappella palatina del medievale palazzo dei re di Francia , costruita appositamente per custodire l preziosa reliquia della Corona di spine. È inoltre considerato uno dei massimi capolavori dell’architettura gotica.La santa Corona risulta ormai priva di spine in quanto esse sono state staccate e distribuite a molte chiese d’Italia e di Francia.Diversi autori (tra cui sant’Ambrogio e san Gregorio di Tours) riferiscono che, dopo la deposizione di Gesù dalla croce, gli strumenti della Passione furono seppelliti sul luogo della crocifissione, e vennero ritrovati circa trecento anni dopo da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino I, che allo scopo fece scavare l’area del Golgota, dove all’epoca sorgeva un tempio pagano.Elena morì 329, il suo corpo fu trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana ai due lauri, oggi Torpignattara, in un sarcofago di porfido, collocato in uno splendido mausoleo a forma circolare con cupola, che si può ammirare – e vale davvero la pena andarvi – presso le Catacombe di Sant’Agnese.