Pazienza: la vera forza della vita.
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità News, la password che vi propongo questa settimana è pazienza. Un proverbio africano afferma: «la pazienza è un amuleto per la vita». Ed è proprio vero che in un tempo come il nostro dove si cerca il tutto e il subito, dove con un click del mouse è possibile ottenere la qualunque e in poco tempo, dove si ha sempre fretta e si corre, dobbiamo riscoprire questa bellissima virtù che è la pazienza, la quale è fonte di una grandissima pace interiore.
La pazienza va riscoperta a tre livelli: con gli altri, con noi stessi, con la vita. Anzitutto dobbiamo riscoprire la pazienza nelle relazioni con gli altri. È inevitabile che nel relazionarci con i nostri simili si verifichino conflitti, tensioni, frizioni. Istintivamente ciascuno di noi è portato ad agire imponendosi sull’altro, facendo prevalere la propria ragione (senza mai chiedersi se tale ragione sia corretta e vera!!!), ma la vera forza nelle relazioni sta nel pazientare nei confronti dell’altro. Così marito e moglie debbono esercitarsi a pazientare l’uno verso i difetti, limiti dell’altro, i genitori a pazientare nonostante le ribellioni dei propri figli e a lavorare per tirare fuori quel fondo di bene che è insito in ogni essere umano (l’educazione è cosa che richiede molta pazienza!), i giovani a pazientare e a non mollare quando non raggiungono immediatamente un risultato, si deve imparare a pazientare anche nelle relazioni che viviamo nella società, senza, tuttavia, rimanere inerti e impassibili dinanzi al male. Il paziente autentico è anche colui che sa denunciare il male e lo affronta con coraggio.
Bisogna imparare a pazientare anche nei confronti di se stessi. Ciascuno di noi assomiglia ad un campo di buon grano e zizzania. Vi è in noi tanto bene, doni, talenti, capacità e qualità, ma anche difetti, miserie, povertà, dalle quali tante volte vorremo liberarci, che vorremo eliminare. L’uomo è un misto di grandezza e bassezza, diceva il grande filosofo francese Blaise Pascal. È proprio a questo livello, dunque, che dobbiamo imparare a pazientare: pazientare con i nostri limiti, accettare noi stessi per quello che siamo, non per rimanere inerti e passivi, ma per lavorare ogni giorno su noi stessi e migliorarci. La condizione necessaria per il cambiamento, infatti, è l’accettazione di noi stessi per quello che siamo e la pazienza con i nostri limiti.
Infine dobbiamo imparare a vivere la pazienza nei confronti della vita: ci sono situazioni che richiedono molto tempo prima che si possa venirne a capo, prima che si possa trovare una situazione. Qui dobbiamo imparare ad essere pazienti e a saper attendere, senza per questo diminuire il nostro impegno, ma semmai lavorare con una fiducia profonda nella Provvidenza divina, che guida e dirige la nostra vita e fa in modo che «tutto concorra al bene di coloro che amano Dio», eliminando dal nostro cuore ogni ansia e paura. La nostra vita, infatti, è nelle mani di Dio, non degli altri né del destino.
Concludo con una citazione di un santo che ha esercitato molta pazienza nella sua vita, che è stato un campione di pazienza. Un santo che divenuto vescovo di Ginevra, per tutta la sua vita non poté mai prendere possesso della sua diocesi, perché roccaforte del Calvinismo: San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Egli scrive nella Filotea: «Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo».