Preghiera: respiro dell’anima
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità News,la password che vi propongo questa settimana è preghiera. Una parola che forse evoca nella nostra mente un qualcosa di noioso, “una perdita di tempo”, soprattutto per noi moderni che siamo abituati all’azione e ai ritmi frenetici della quotidianità. Probabilmente tutto questo è perché non comprendiamo cosa sia in realtà la preghiera e il motivo per cui essa debba essere presente nella nostra vita. La preghiera, anzitutto, non s’identifica con le preghiere, che ne sono soltanto una manifestazione, una forma. Essa, al contrario, è un vero e proprio dialogo con Dio, una comunione intima con Lui. Dio non è un’idea, un concetto, un simbolo, ma una persona viva che ama e ascolta, che desidera entrare in un dialogo d’amore con le sue creature. Egli, infatti, ha fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza (cfr. Gn 1,26), cioè capace di vivere una relazione con Lui, di conoscerlo e amarlo.
L’uomo è l’interlocutore privilegiato di Dio. La preghiera, dunque, è quel mezzo, quello strumento che ci permette di entrare in dialogo con Lui. S. Teresina del Gesù bambino definisce la preghiera così: «Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia» e San Giovanni Damasceno ribadisce che nella sua essenza essa è «l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni convenienti.
La preghiera, però, potrebbe sembrare un’opera in tutto e per tutto dell’uomo, un qualcosa dove a fare qualcosa siamo soltanto noi. In realtà la preghiera è prima di tutto un dialogo che Dio intende instaurare con noi. Noi siamo come la samaritana che si era recata al pozzo di Sicar per cercare dell’acqua e ha incontrato Gesù. Siamo mendicanti alla ricerca di felicità, pace e gioia, cose che cerchiamo attraverso le vie più disparate e non sempre giuste, quando, però, ci rendiamo conto che soltanto in Dio il nostro cuore può avere tutto ciò, e ci mettiamo a pregare, allora sperimentiamo che Dio stesso viene ad incontrarci. Egli – dice il catechismo della chiesa cattolica – «ci cerca per primo ed è lui che ci chiede da bere. Gesù ha sete; la sua domanda sale dalle profondità di Dio che ci desidera. Che lo sappiamo o non lo sappiamo, la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui» (CCC 2559). Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità News, approfittiamone per riscoprire il valore della preghiera.
Tutti siamo immersi nei ritmi frenetici della quotidianità, e corriamo il rischio di smarrire l’equilibrio, la pace, la serenità. La preghiera mettendoci a contatto con Colui che è la fonte della pace e della gioia, ci ritempra e ci rinnova. Sarebbe bello in questo tempo ricavarsi degli spazi di silenzio, fermarsi… e pregare. Ci sono diversi tipi di preghiera (rosario, via crucis, meditazione della parola di Dio, adorazione eucaristica, devozioni personali, La S. Messa che è la preghiera più alta, per eccellenza, ecc…), ma in tutti i tipi e le forme dobbiamo sempre aver presente che l’importante è mettersi in ascolto e dialogare con Dio, entrare in una profonda comunione con Lui. Auguro a tutti voi cari lettori e lettrici, di riscoprire la preghiera e di non lasciarla più. In essa troverete un pane e un nutrimento essenziale e vitale per il vostro cammino.