San Gerardo La Porta: il Santo del giorno.

La dottrina di verità con le parole e gli esempi; poiché era giusto, mostrava la giustizia e la verità; poiché casto, spingeva alla castità; umile, benigno, mansueto, a tutti comandava di possedere l’umiltà, la mansuetudine, la benignità; diceva: “Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti nel momento della prova”. Così era definito San Gerardo La Porta vescovo, nelle testimonianze a lui riferite dagli esegeti del suo tempo. Integro di mente e di corpo energicamente riprendeva coloro che cadevano nella lussuria. Uomo prudente e virtuoso disprezzava l’imprudenza degli uomini cattivi. Trascorreva in preghiera e veglia le intere notti ricordando ciò che dice il salmo (118, 62): “Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate tra i popoli le sue opere”. San Gerardo inoltre ha offerto un esempio, peregrinando per molte zone d’Italia fino a stabilirsi nella città di Potenza.

Gerardo, vescovo del XII secolo, è il patrono della città e dell’arcidiocesi di Potenza. Nato a Piacenza in una famiglia di nobili origini, si diresse verso l’Italia Meridionale probabilmente con l’intenzione di imbarcarsi insieme ai crociati verso i Luoghi Santi. Giunto però a Potenza iniziò a dedicarsi all’apostolato. E il suo impegno gli attirò a tal punto l’ammirazione della gente che, quando morì il vescovo, il clero e il popolo lo scelsero come successore. Ordinato vescovo ad Acerenza, resse la Chiesa di Potenza per otto anni. Anche da vescovo «era di tanta sobrietà – scrive il biografo e successore Manfredi – da sembrare un monaco». Morì nel 1119. Trascorso un solo anno papa Callisto II lo proclamò santo a furor di popolo. Oggi, il Martirologio Romano fissa il ricordo di S. Gerardo vescovo a Potenza nella Basilicata. Era nativo di Piacenza San Gerardo La Porta e, trasferitosi a Potenza, venne scelto come vescovo per le sue virtù e la sua attività taumaturgica. Morto dopo appena otto anni di episcopato, il suo successore Manfredo ne scrisse una Vita forse troppo dichiaratamente panegiristica e soprattutto ne ottenne una canonizzazione “viva voce” (ossia senza documentazione scritta) da parte del papa Callisto II (1119-24).S. Gerardo, patrono della città e dell’archidiocesi di Potenza, nativo di Piacenza, discendente dalla nobile e illustre famiglia La Porta, fu Vescovo di questa città dal 1111 al 1119.

Uomo di cultura e di solida pietà, dopo aver trascorso la sua giovinezza in patria si diresse verso l’Italia Meridionale, come tanti altri spiriti nobili del suo tempo, o alla ricerca di solitudine o per essere più vicino ai punti di imbarco dei crociati, diretti verso i luoghi santi. Giunto a Potenza, Gerardo vide aprirsi davanti un vasto campo di apostolato, specialmente tra la gioventù. Apri a tutti gratuitamente i tesori della sua cultura e della sua bontà, attirandosi la simpatia di tutto il popolo. Alla morte del Vescovo della città, clero e popolo lo elessero loro pastore. Fu consacrato Vescovo ad Acerenza. La dignità conseguita non mutò l’austerità della sua vita né la semplicità dei suoi costumi. Manfredi, suo biografo e poi successore nella cattedra episcopale, cosi descrive questo periodo della sua vita: “Onorato della gloria pontificale, apparve più umile, più mansueto, più piò, più benigno, più diligente nell’esercizio delle virtù. Era di tanta sobrietà da sembrare un monaco”. Il Signore si compiacque di far rifulgere la santità del suo servo ancora in vita, con segni miracolosi, come il cambiamento dell’acqua in vino.

Appena un anno dopo la sua morte, il Pontefice di Roma Callisto II ne proclamò la santità. Le ossa di S. Gerardo riposano sotto l’altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza. Il Santo viene onorato, in modo particolare, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa, fatta dal Vescovo Oberto nel 1250.
