Sant’ Antonio di Padova Sacerdote e Dottore della Chiesa
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. A Padova, frate Antonio fece un paio di soggiorni ravvicinati relativamente brevi: il primo, fra il 1229 e il 1230; il secondo, fra il 1230 e il 1231. Durante quest’ultimo periodo, sorella morte lo chiamò precocemente.
Nella sua patria di elezione, frate Antonio non trascorse che appena un anno, sommando i due momenti della sua permanenza. Padova gli servì come scriptorium dei suoi scritti, perché trovò, forse, una ricca biblioteca e dei validi collaboratori nella stesura dei testi. I Sermones di frate Antonio vanno considerati come l’opera letteraria di carattere religioso più notevole, compilata in Padova durante l’epoca medievale. Frate Antonio aveva un debole per i centri culturali. Difatti, come prima aveva prediletto le università di Bologna, Montpellier, Tolosa, Vercelli, così privilegiò Padova per la sua università. Dire università era soprattutto sinonimo di concentrazione di elementi giovanili. E frate Antonio era un esperto “pescatore di giovani”. Sant’Antonio da Padova è tra i santi il più noto e amato nel mondo. Milioni di pellegrini e devoti, provenienti da ogni parte della terra, visitano ogni anno la sua Basilica a Padova. Al termine dei festosi e solenni funerali del 17 giugno 1231, il corpo del Santo venne sepolto nella chiesetta Santa Maria Mater Domini del conventino francescano della città; probabilmente non interrato, ma anzi un po’ sopraelevato, in maniera che i devoti, sempre più frequenti e numerosi, potessero vederne e toccarne l’arca-tomba. Non vi è chiesa al mondo che non abbia un altare, un dipinto, una statua, un affresco, una nicchia a Lui dedicati.
Per non parlare poi delle piccole statue e dei santini presenti in vari luoghi, prime fra tutte le abitazioni private. Nel 1920 Benedetto XV elegge Sant’Antonio da Padova “patrono particolare e protettore della Custodia di Terra Santa”. Sant’Antonio è patrono anche del Portogallo, del Brasile, e di numerose città in Italia, Spagna e Stati Uniti. A mezzogiorno del 13 giugno, era un venerdì, Antonio si sente mancare e prega i confratelli di portarlo a Padova, dove vuole morire. Caricato su un carro trainato da buoi, alla periferia della città le sue condizioni si aggravano al punto che si decide di ricoverarlo nel vicino convento dell’Arcella dove muore in serata. Si racconta che mentre stava per spirare ebbe la visione del Signore e che al momento della sua morte, nella città di Padova frotte di bambini presero a correre e a gridare che il Santo era morto. Nei giorni seguenti la sua morte, si scatenano “guerre intestine” tra il convento dove era morto che voleva conservarne le spoglie e quello di Santa Maria Mater Domini, il suo convento, dove avrebbe voluto morire. Durante la disputa si verificano persino disordini popolari, infine il padre provinciale decide che la salma sia portata a Mater Domini. Non appena il corpo giunge a destinazione iniziano i miracoli, alcuni documentati da testimoni. Antonio anche in vita aveva operato miracoli quali esorcismi, profezie, guarigioni, compreso il riattaccare una gamba, o un piede, recisa, fece ritrovare il cuore di un avaro in uno scrigno, ad una donna riattaccò i capelli che il marito geloso le aveva strappato, rese innocui cibi avvelenati, predicò ai pesci, costrinse una mula ad inginocchiarsi davanti all’Ostia, fu visto in più luoghi contemporaneamente, da qualcuno anche con Gesù Bambino in braccio.