Santa Chiara d’Assisi: la Santa del giorno

“Oggi è sorta una stella: oggi santa Chiara, poverella di Cristo, è volata alla gloria dei cielo”. Recita il messale serafico. Chiara nasce nel 1193 ad Assisi, figlia di Ortolana e Favarone di Offreduccio. Benché discendente da una famiglia che apparteneva a una classe sociale elevata, la ragazza fece scelte più radicali, e con grande forza d’animo rifiutò il matrimonio organizzato dai suoi genitori per dedicare l’intera esistenza a Dio. A soli diciotto anni, la notte del 28 marzo 1211, cioè della domenica delle Palme, scappò dalla casa paterna e raggiunse, nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, conosciuto con il nome di Porziuncola, Francesco d’Assisi e i primi frati minori. La chiesetta dipendeva dal monastero di San Benedetto, ed era improntata sulla stessa regola. Francesco tagliò i capelli a Chiara, per evidenziare la sua condizione di penitente; poi le consegnò una tunica e la portò a Bastia Umbra, a pochi chilometri da Assisi, nel monastero benedettino di San Paolo delle Badesse. Da qui, Santa Chiara si spostò a Sant’Angelo di Panzo, in un monastero benedettino non lontano dal monte Subasio, dove trovò riparo e protezione dall’ira della sua famiglia, e dove venne raggiunta ben presto anche da Agnese, sua sorella.

La ragazza, quindi, prese definitivamente dimora in un fabbricato modesto di fianco alla chiesa di San Damiano: in breve tempo, accolse, oltre alla madre Ortolana e alla sorella Beatrice, una cinquantina di donne e ragazze. Chiara nasce da “assai nobile stirpe”: il padre era un  miles, un cavaliere-guerriero, e tutta la sua famiglia apparteneva alla nobiltà cavalleresca, i Maiores. Perciò, a differenza di Francesco, non proveniva dai nuovi ceti emergenti (homines populi), ma faceva parte del gruppo, che li ostacolò.Il padre di Chiara, Favarone, che morì quando Chiara era molto piccola, apparteneva alla famiglia degli Offreduccio, che una tradizione afferma discendere addirittura da Carlo Magno. A capo di questa famiglia era lo zio, Monaldo, probabilmente il primogenito: attorno a lui i fratelli, ognuno con i suoi possedimenti, i suoi uomini, le mogli, i figli. Di statura forte, coraggiosa, creativa, affascinante, dotata di rara affettività umana e materna, aperta ad ogni amore buono e bello, sia verso Dio che verso gli uomini e le creatura tutte, Chiara si rivela veramente una “signora” unica e inconfondibile. Ancora bambina metteva da parte il cibo a lei destinato e lo mandava di nascosto ai poveri e ai lebbrosi  della sua città, che vivevano in condizioni di perenne carestia.

Forse, in una di queste occasioni, inviò della carne a Francesco e ai suoi compagni, che lavoravano al restauro della Porziuncola. Portava, sotto i vestiti importanti, una veste di stamigna, cioè di quella lana grezza, con cui erano fatte le vesti dei servi e dei poveri: era una dichiarazione di modestia, di mancanza di ricercatezza nel vestire.La sua resistenza fu straordinaria: la “publica fama” se ne impadronì e nacquero i racconti sulla forza straordinaria da lei dimostrata: per fuggire dalla casa paterna avrebbe sollevato, da sola, dei pesanti legni e spostato grosse pietre, che sbarravano l’uscita da una porta secondaria; avrebbe resistito allo scontro con i familiari, attaccandosi alle tovaglie dell’altare e scoprendosi il capo rasato.Fu una tipica “donna della penitenza”, al punto da aderire, a volte, a forme molto lontane da quelle di Francesco. E lui, in due occasioni, intervenne sgridandola: il primo problema sorse a proposito del luogo, nel quale Chiara dormiva: un saccone di sarmenti o la nuda terra; e come guanciale, una pietra. Chiara si ammalò e Francesco dovette intervenire. Il secondo problema era legato alla scarsissima alimentazione, che Chiara si concedeva . Francesco faticò molto, per convincerla ad alimentarsi il necessario. La sua Regola viene approvata da Innocenzo IV ad Assisi, due giorni prima che Chiara muoia.

La procedura di approvazione, dopo tanti tentennamenti, è sicuramente di urgenza, come testimonia un appunto scritto a mano, dallo stesso Papa, sul bordo del documento. Chiara era alla fine della sua sofferenza su questa terra: per 28 anni della sua vita era stata afflitta da una infermità cronica, che l’aveva sempre costretta a letto: aveva avuto anche momenti critici nei giorni, in cui morì Francesco . Non si conoscono esattamente le infermità di cui soffrì. Si propende per uno stato cronico di denutrizione, provocato dalla notevole povertà materiale. L’11 agosto 1253 Chiara muore e accanto a lei ci sono Leone, Angelo e Rufino. Appena si sparse la notizia, tutta la città si precipitò nel piccolo monastero. C’era addirittura il pericolo, come già era avvenuto con Francesco, che qualcuno potesse rubare il suo corpo. Intervenne il Podestà con molti cavalieri e molti uomini in armi. Ad Assisi, in quei giorni, c’era anche il Papa, il quale celebrò i funerali il giorno successivo, facendoli coincidere con la traslazione del corpo da S. Damiano alla Chiesa di S. Giorgio (come era avvenuto per Francesco).1255. Papa Alessandro IV la dichiarò Santa: era la prima donna, non di stirpe regale, ad essere proclamata santa, dopo molti secoli.

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