Santa Marta:la Santa del giorno

Era sorella di Lazzaro e di Maria. Era questa una famiglia molto distinta e caritatevole che Gesù molto amava e sovente onorava con la sua presenza. A Marta era affidata la cura delle faccende domestiche. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, e S. Luca narra che una volta, vedendo che la sorella Maria non l’aiutava nelle sue faccende, si lamentò dolcemente col Maestro Divino dicendo: “Signore, non t’importa che la mia sorella mi lasci sola a servire?”. Ma Gesù, pur non biasimando la sua sollecitudine, le disse: “Marta, Marta, tu ti affanni e t’inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria”. La risposta di Gesù può suonare come rimprovero a Marta: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Ma rimprovero non è, commenta S. Agostino: “Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te”. Ciononostante Maria, considerata il modello evangelico delle anime contemplative già da S. Basilio e S. Gregorio Magno, non sembra che figuri nel calendario liturgico: la santità di questa dolce figura di donna è fuori discussione, poiché le è stata confermata dalle stesse parole di Cristo; ma è Marta soltanto, e non Maria né Lazzaro, a comparire nel calendario universale, quasi a ripagarla delle sollecite attenzioni verso la persona del Salvatore e per proporla alle donne cristiane come modello di operosità. Marta ricompare nel Vangelo nel drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro, dove implicitamente domanda il miracolo con una semplice e professione di fede nella onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo, e durante un banchetto al quale partecipa lo stesso Lazzaro, da poco risuscitato, e anche questa volta ci si presenta in veste di donna tuttofare.

La lezione impartitale dal Maestro non riguardava, evidentemente, la sua encomiabile laboriosità, ma l’eccesso di affanno per le cose materiali a scapito della vita interiore. I primi a dedicare una celebrazione liturgica a S. Marta furono i francescani, nel 1262, il 29 luglio, cioè otto giorni dopo la festa di S. Maria Maddalena.

Dopo l’ascensione di Cristo, la loro barca di Marta e Maria fu mandata alla deriva, guidata da un angelo verso Marsiglia. Secondo la leggenda, Marta sconfisse un drago, la Tarasca, che aveva terrorizzato gli abitanti di Tarascona, in Provenza. Metà bestia e metà pesce, il mostro era intento a divorare un uomo, quando fu annientato da Marta, armata di aspersorio e acquasantiera. Dopo aver domato la bestia con l’acqua santa, la legò, come illustrato nella miniatura, mentre due uomini la colpivano con un’asta e una balestra. Marta, devota alla preghiera e al digiuno, rimase a Tarascona, insieme a una grande comunità di donne religiose. Un giorno, mentre stava predicando vicino ad Avignone, realizzò il suo secondo famoso miracolo. Un giovane fu sopraffatto dalla corrente e annegò. Il corpo del giovane fu ritrovato e portato ai piedi della santa. Nella sua preghiera, Marta chiese a Cristo, che aveva riportato suo fratello Lazzaro in vita, di fare lo stesso col giovane annegato. Quindi prese per mano il giovane che, miracolato, si rialzò e successivamente si fece battezzare.

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