I vertici della Rai e della Testata regionale in udienza da Papa Francesco
Sono stati ricevuti ieri i vertici della Rai e della Testata regionale in udienza dal Papa nella Sala dei Papi in Vaticano. Il Papa li ha esortati nel loro lavoro di grande misura e importanza :”Saper cogliere dai fatti la realtà delle periferie dando “voce alle povertà, alle sfide, a volte alle emergenze che si riscontrano nei territori” ma anche “ai luoghi e alle testimonianze della fede”. Papa Francesco ha tracciato le modalità con cui far emergere il bello e buono dell’informazione che fa vedere la realtà quotidiana locale “fatta di persone, di vicende, di progetti, di problemi e di speranze” significa anche percorrere le strade, incontrare la gente. E ancora dar voce alla vita delle regioni che “è la più genuina e la più autentica del mondo mass-mediale, in quanto non risponde alle esigenze di profitto o di messaggi da comunicare, ma è chiamata a trasmettere unicamente la voce della gente, in tutti i suoi aspetti e nei diversi momenti della vita sociale, culturale e spirituale”. Ed ha un compito altrettanto importante “nel valorizzare le realtà e le culture locali, senza le quali anche l’unità della nazione non esisterebbe”. Infine il Pontefice: ”La Rai, nella sua lunga storia, ha sempre offerto un contributo importante per aiutare il popolo italiano a sentirsi tale, con la sua lingua e la sua cultura. E in questi tempi, più che mai, si avverte la necessità di notizie comunicate con completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire la riflessione; parole ben ponderate e chiare, che respingano toni aggressivi e sprezzanti. “ Di seguito il testo integrale.
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA DELEGAZIONE DELLA TESTATA GIORNALISTICA REGIONALE DELLA RAI
Cari fratelli e sorelle,vi do il benvenuto e saluto il Presidente della RAI, l’Amministratore Delegato e il Direttore della Testata Giornalistica Regionale (TGR), che ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome dei presenti e di tutto il personale di questa grande comunità di lavoro. Vorrei incominciare da dove ha finito lui: figlio dell’oratorio. Io ho trovato in Italia, quando sono arrivato, tre realtà che non avevo trovato, così forti, altrove: l’oratorio, il volontariato e il cooperativismo. Sono tre realtà che onorano voi e la vostra società. L’oratorio è molto forte, in Italia. E mi piace che Lei l’abbia ricordato. Grazie.
Sono lieto di incontrarvi in occasione dei primi quarant’anni della TGR, per il servizio che proponete in particolare con le vostre redazioni locali e con un grande impegno di personale giornalistico e tecnico, con un’offerta che non dimentica le lingue e le culture delle minoranze.
Come ho avuto modo di dire in diverse occasioni, c’è una globalizzazione nociva e una globalizzazione buona; la globalizzazione non è di per sé cattiva; al contrario, la tendenza alla globalizzazione è buona, perché ci unisce, ci può aiutare ad essere membra gli uni degli altri. Quello che può essere nocivo è il modo di attuarla. Se infatti la globalizzazione pretende di rendere tutti uniformi, mortifica la ricchezza e la particolarità di ogni popolo, tende a uniformare tutto e tutti, piuttosto che valorizzare le diversità, le peculiarità, le culture, le storie, le tradizioni. Se invece una globalizzazione cerca di unire tutti rispettando le persone, i gruppi sociali, i popoli nelle loro ricchezze e peculiarità, allora quella globalizzazione è buona, perché ci fa crescere insieme. Per esemplificare questa idea si può usare l’immagine della sfera e del poliedro: nella sfera tutto è uguale, ogni punto è equidistante dal centro, tutto è uniforme, non ci sono differenze; invece nel poliedro c’è coerenza, c’è unità, ma c’è anche diversità, varietà di posizioni, di cultura, di identità. La globalizzazione del poliedro è quella che ci unisce, rispettando le diversità. E questa è la strada.
Secondo questo modello del poliedro possiamo rappresentare il servizio offerto dalla Testata Giornalistica Regionale della RAI. Infatti per sua natura essa è chiamata a dare voce alla varietà delle regioni italiane, specialmente con i telegiornali regionali. Questa informazione regionale è quella che viene dal territorio, con una missione ben precisa, che si esplica in due direzioni. La prima è quella di calarsi nella realtà quotidiana, locale, fatta di persone, di vicende, di progetti, di problemi e di speranze. La seconda è quella di intercettare la stessa realtà, per poter trasmettere ad un orizzonte più ampio tutti quei valori che appartengono alla vita e alla storia della gente; e nello stesso tempo dare voce alle povertà, alle sfide, a volte alle emergenze che si riscontrano nei territori, percorrendo le strade, incontrando le famiglie, nei luoghi di lavoro. Ma anche dare voce ai luoghi e alle testimonianze della fede.
Per questo sono convinto che l’informazione locale non è da considerare “minore” rispetto a quella nazionale. Anzi, direi che è la più genuina e la più autentica del mondo mass-mediale, in quanto non risponde alle esigenze di profitto o di messaggi da comunicare, ma è chiamata a trasmettere unicamente la voce della gente, in tutti i suoi aspetti e nei diversi momenti della vita sociale, culturale e spirituale, ed ha un compito altrettanto importante nel valorizzare le realtà e le culture locali, senza le quali anche l’unità della nazione non esisterebbe.
In quest’ottica desidero ringraziare in particolare tutti i giornalisti che lavorano nelle testate regionali, per il loro impegno nel voler essere sul territorio, oserei dire condividendo la realtà che vogliono raccontare, quelle notizie che spesso, per esigenze editoriali, la grande informazione non può trasmetterci.
La RAI, nella sua lunga storia, ha sempre offerto un contributo importante per aiutare il popolo italiano a sentirsi tale, con la sua lingua e la sua cultura. E in questi tempi, più che mai, si avverte la necessità di notizie comunicate con completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire la riflessione; parole ben ponderate e chiare, che respingano toni aggressivi e sprezzanti. Parole, come Lei ha detto, in verità, in bontà e in bellezza.
Pertanto, vi incoraggio a continuare a raccontare e a far conoscere quelle realtà genuine che ancora si trovano in tanti angoli d’Italia: realtà che non si arrendono all’indifferenza, che non tacciono di fronte alle ingiustizie, che non inseguono le mode. C’è un mare sommerso di bene che merita di essere conosciuto. Il Signore vi sostenga in questo lavoro. Anch’io vi benedico e vi chiedo, per favore, di pregare per me, perché questo lavoro non è facile. Grazie.