Il Crocefisso Miracoloso portato a San Pietro per la grande preghiera di liberazione dalla pandemia.
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Queste le parole di Gesù a San Pietro quando riconobbe illuminato che Gesù Cristo era il Figlio di Dio e, vogliamo immaginare che siano le parole che Papa Francesco presenti ogni giorno, nella Messa trasmessa in streaming, da Casa Santa Marta nella Cappella dello Spirito Santo, davanti al Santissimo Sacramento, esposto prima della conclusione della celebrazione. Un Pietro venuto dalla fine del mondo che, con la sua preghiera carismatica d’intercessione, presenta il mondo a Dio con le sue necessità in questa pandemia. In questo momento l’umanità si ritrova smarrita, disorientata ,ferita e attraverso le mani di Maria e per mezzo di Gesù Cristo il Papa presenterà a Dio Padre, la richiesta di fermare il flagello che in questo tempo si chiama COVID-19. Papa Francesco prega come fece Mosè che salvò il suo popolo nonostante il tradimento del vitello d’oro e, come Abramo che negoziò con Dio per salvare Sodoma, auspicando e, proponendo a Dio un numero anche esiguo di giusti. Tre giorni fa Papa Francesco nella sua Omelia a Casa Santa Marta ha detto :” Nella preghiera ci vuole il coraggio di Mosè davanti a Dio, quando Dio voleva distruggere il popolo e farlo capo di un altro popolo. Dice: “No. Io con il popolo”. Coraggio. Il coraggio di Abramo, quando negozia la salvezza di Sodoma: “E se fossero 30, e se fossero 25, e se fossero 20 …”: lì, il coraggio. Questa virtù del coraggio, ci vuole tanto. Non solo per le azioni apostoliche, ma anche per la preghiera. Fede, perseveranza e coraggio. In questi giorni in cui è necessario pregare, pregare di più, pensiamo se noi preghiamo così: con fede che il Signore può intervenire, con perseveranza e con coraggio. Il Signore non delude: non delude. Ci fa aspettare, prende il suo tempo, ma non delude. Fede, perseveranza e coraggio”. Pregheremo dunque, con Papa Francesco domani, per il momento di preghiera che presiederà domani venerdì, alle ore 18, il Santo Padre, sul sagrato della Basilica di San Pietro. All’ascolto della Parola di Dio e all’Adorazione del Santissimo Sacramento, seguirà la Benedizione Urbi et Orbi, con annessa l’indulgenza plenaria presentando con Papa Francesco al Crocifisso Miracoloso le nostre preghiere certi che Dio non delude.
Il crocifisso ligneo miracoloso che cinque secoli fa salvò Roma dalla più grave pestilenza della sua storia è stato portato stamattina in Vaticano e domani sarà esposto sul sagrato di San Pietro. Davanti alla croce-simbolo dei Giubilei Francesco si è inginocchiato dieci giorni fa nella chiesa di San Marcello al Corso, dove il crocifisso è conservato dal quindicesimo secolo. Il Crocifisso Miracoloso di San Marcello al Corso a Roma è ricordato dai romani per le numerose storie di miracoli ad esso collegate. Il primo risale al 1519: nella notte del 23 maggio un incendio distrusse la chiesa. La mattina successiva, quando i fedeli andarono a visitare il rogo, trovarono tra la cenere ancora fumante il crocifisso rimasto miracolosamente illeso. Fu proprio questo episodio a dare origine alla “Compagnia del Santissimo Crocifisso”, tuttora esistente. Un altro episodio prodigioso risale al 1522: una grave pestilenza aveva colpito Roma. I romani, ricordandosi del miracolo del 1519, decisero di portare in processione il crocifisso dalla chiesa di San Marcello alla Basilica di San Pietro. Fu il cardinale spagnolo Raimondo Vich, titolare della chiesa, a promuovere tale iniziativa. Dalla chiesa si mosse una solenne processione penitenziale alla quale parteciparono il clero, i religiosi, i nobili, i cavalieri, uomini e donne del popolo. L’intera popolazione romana si mosse al seguito del famoso crocifisso. Le autorità, temendo un aumento del contagio, tentarono di bloccare il corteo ma non ci riuscirono. La processione iniziò il 4 agosto e terminò il 20. Lo stesso giorno, la peste scomparve da Roma. Nacque così la tradizionale processione del Crocifisso miracoloso: ogni anno, il Giovedì Santo, per quelle stesse vie, il crocifisso ligneo veniva solennemente portato in processione in memoria e ringraziamento della liberazione dalla peste.