Il Papa: La consolazione del Signore è veritiera, non inganna e ci apre le porte della speranza.
Papa Francesco ha celebrato e presieduto la Messa a Casa Santa Marta nel venerdì della quarta settimana di Pasqua e nel giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nell’introduzione, il Papa ha pregato così: Oggi si celebra la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Preghiamo per le persone che lavorano in queste benemerite istituzioni: che il Signore benedica il loro lavoro che fa tanto bene. Poi il Papa ha letto l’Antifona del giorno: Ci hai redenti, o Signore, con il tuo sangue da ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e hai fatto di noi un regno di sacerdoti per il nostro Dio. Alleluia. (Ap 5,9-10) Nell’omelia il Papa ha commentato il Vangelo odierno (Gv 14, 1-6).
Di seguito la trascrizione del testo dell’Omelia:
Questo colloquio di Gesù con i discepoli è a tavola, ancora, nella cena. Gesù è triste e tutti sono tristi: Gesù ha detto che sarebbe stato tradito da uno di loro e tutti percepiscono che qualcosa di brutto sarebbe accaduto. Gesù incomincia a consolare i suoi, perché uno degli uffici, dei lavori del Signore è consolare. Il Signore consola i suoi discepoli e qui vediamo come è il modo di consolare di Gesù. Noi abbiamo tanti modi di consolare, dai più autentici, dai più vicini ai più formali, come quei telegrammi di condoglianze: -Profondamente addolorato per-. Non consola nessuno, è una finta, è la consolazione di formalità. Ma come consola, il Signore? Questo è importante saperlo, perché anche noi, quando nella nostra vita dovremo passare momenti di tristezza, impariamo a percepire qual è la vera consolazione del Signore. E in questo passo del Vangelo vediamo che il Signore consola sempre in vicinanza, con la verità e in speranza. Sono le tre tracce della consolazione del Signore. In vicinanza, mai distanti: ci sono. Quella bella parola-Ci sono, ci sono, qui, con voi- E tante volte in silenzio. Ma sappiamo che Lui c’è. Lui sempre c’è. Quella vicinanza che è lo stile di Dio, anche nell’Incarnazione, farsi vicino a noi. Il Signore consola in vicinanza. E non usa parole vuote, anzi: preferisce il silenzio. La forza della vicinanza, della presenza. E parla poco. Ma è vicino. Una seconda traccia della vicinanza di Gesù, del modo di consolare di Gesù, è la verità: Gesù è veritiero. Non dice cose formali che sono bugie -No, stai tranquillo, passerà tutto, non succederà nulla, passerà, le cose passano- No. Dice la verità. Non nasconde la verità. Perché Lui stesso in questo passo dice-Io sono la Verità- E la Verità è -Io me ne vado- cioè-Io morirò- Siamo davanti alla morte. È la verità. E lo dice semplicemente e anche lo dice con mitezza, senza ferire: siamo davanti alla morte. Non nasconde la verità. E questa è la terza traccia, Gesù consola in speranza. Sì, è un momento brutto. Ma -Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede anche in me- Vi dico una cosa, così dice Gesù – Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore -Vado a prepararvi un posto- Lui per primo va ad aprire le porte, le porte di quel posto attraverso le quali noi passeremo tutti, così spero: «Verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi- Il Signore torna ogni volta che qualcuno di noi è in cammino per andarsene da questo mondo. “Verrò e vi prenderò”: la speranza. Lui verrà e ci prenderà per mano e ci porterà. Non dice- No, voi non soffrirete: non è nulla- No. Dice la verità- Vi sono vicino, questa è la verità: è un momento brutto, di pericolo, di morte. Ma non sia turbato il vostro cuore, rimanete in quella pace, quella pace che è alla base di ogni consolazione, perché io verrò e per mano vi porterò dove sarò io- Non è facile lasciarsi consolare dal Signore. Tante volte, nei momenti brutti, noi ci arrabbiamo con il Signore e non lasciamo che Lui venga e ci parli così, con questa dolcezza, con questa vicinanza, con questa mitezza, con questa verità e con questa speranza. Chiediamo la grazia di imparare a lasciarci consolare dal Signore. La consolazione del Signore è veritiera, non inganna. Non è anestesia, no. Ma è vicina, è veritiera e ci apre le porte della speranza.
Il Papa ha invitato a fare la Comunione spirituale recitando questa preghiera: Gesù mio, credo che Sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te.
Papa Francesco ha terminato la celebrazione con l’Adorazione e la Benedizione eucaristica. Prima di lasciare la Cappella di casa Santa Marta dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’antifona mariana “Regina Caeli”, che si canta nel tempo pasquale.