Il Papa: Oggi la misericordia richiede grande “fantasia” e grande creatività per essere apostoli e poeti di Misericordia
Oggi la misericordia richiede una grande “fantasia”, una grande creatività che fa’ sì che noi diventiamo apostoli di Misericordia, poeti di Misericordia. Ci vuole poesia di Misericordia, oggi. La Misericordia ha molti volti, tanti quante sono le persone ferite e cadute a terra. Ciascuno porta in sé qualche ferita, sebbene non tutte siano visibili. Benedico di cuore le vostre opere di carità, anche quelle compiute in forma personale e spontanea e nascosta. Benedico coloro che aprono le menti e i cuori, che aprono le case e le risorse ai malati, agli anziani, ai disoccupati, ai senzatetto, agli immigrati, a tutti i poveri, sofferenti ed emarginati, e ai bambini che hanno bisogno di casa e famiglia. È così, aprendo le porte, aprendo tutto, che la Chiesa assume il volto più evangelico, quello del Buon Samaritano, che non vuole e non sa essere indifferente.
Oggi, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Pellegrinaggio dell’Arcidiocesi di Łódź (Polonia) e ha rivolto loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, dzień dobry! [buongiorno!] Di cuore vi do il benvenuto presso la tomba dell’Apostolo Pietro, a pochi metri dal luogo del suo martirio. Qui sentiamo risuonare chiara e senza sosta l’eco delle sue parole: «Signore, tu lo sai che ti voglio bene» (cfr Gv 21,16). Qui ci confrontiamo con la sua testimonianza forte e radicale. Anche la vostra presenza qui è una testimonianza. Testimonianza della vostra fede e del vostro amore per la Chiesa. È una bella manifestazione della vostra statura spirituale e del vostro amore per il Papa, al quale il Signore, nella sua misericordia, ha affidato oggi il ministero di San Pietro.
Vi ringrazio per questo vostro desiderio di incontrarmi; per la vostra numerosa, variegata e festosa compagnia; per la vostra apertura al magistero del Papa: so che negli anni del Sinodo pastorale della vostra Diocesi avete letto con attenzione i documenti del mio magistero. Vi ringrazio in particolare per le vostre preghiere secondo le intenzioni del Papa: ne ho bisogno. Anch’io prego per voi, e sono pronto ad ascoltarvi con molta attenzione. A questo mira l’attuale percorso del Sinodo dei Vescovi, sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Adesso sta volgendo al termine la sua prima tappa, quella diocesana, anche quella nella vostra Diocesi. Spero che non solo vi siate impegnati in questo Sinodo, ma che anche ne abbiate già gustato l’esperienza, riscoprendo la bellezza della comunione ecclesiale, del vivere la fede insieme, dell’assumere la reciproca responsabilità gli uni degli altri, del condividere con gli altri l’esperienza di Dio, anche con quanti sono apparentemente lontani o pensano in maniera diversa.Anche il pellegrinaggio è una bella immagine della Chiesa sinodale, che cammina sulle vie degli Apostoli, cammina insieme, come una famiglia di sorelle e di fratelli, provenienti da diverse parrocchie e da diverse comunità e gruppi ecclesiali: sacerdoti e fedeli laici, persone sposate e consacrate. Ci sono qui, pieni di forza e di entusiasmo, parecchi giovani, tra cui molti universitari; ci sono gli scout; ci sono anche persone senza fissa dimora e con disabilità.Sono molto lieto che con voi ci siano le Autorità civili: il Presidente della Giunta Regionale, il Voivoda e il Sindaco della città di Łódź.
Provo grande gioia vedendo una così numerosa rappresentanza dei fratelli e delle sorelle appartenenti ad altre Chiese cristiane. Saluto cordialmente il Vescovo ortodosso e il Vescovo calvinista. Saluto i membri della sezione di Lodz del Consiglio Ecumenico Polacco, qui presenti con il loro Presidente. So che la vostra presenza qui e la vostra comune preghiera a Roma fa parte delle continue e quotidiane relazioni e attività ecumeniche. La vostra comunione nella diversità è segno di sinodalità, sinodalità nei fatti. Grazie.E vorrei ringraziare la vostra presenza fratelli cristiani. In altro tempo ci scomunicavamo a vicenda. Adesso ci chiamiamo fratelli grazie a Dio. Continuate così l’unità fra tutti noi. Grazie! Abbiamo bisogno di questa unità. Grazie!Carissimi, siete venuti in pellegrinaggio a Roma per concludere il Giubileo centenario della Diocesi. Durante quest’Anno Giubilare avete fatto memoria degli inizi della vostra Chiesa, soprattutto del vostro primo Vescovo, Mons. Wincenty Tymieniecki. È stato un uomo di grande misericordia e grande sensibilità ecumenica. Attraverso il suo ministero episcopale lo Spirito Santo ha inscritto questi due aspetti essenziali del cristianesimo – misericordia e ecumenismo – nel “DNA” della vostra Chiesa di Łódź, come eredità e compito per le generazioni a venire.
Oggi la misericordia richiede una grande “fantasia”, una grande creatività che fa’ sì che noi diventiamo apostoli di Misericordia, poeti di Misericordia. Ci vuole poesia di Misericordia, oggi. La Misericordia ha molti volti, tanti quante sono le persone ferite e cadute a terra. Ciascuno porta in sé qualche ferita, sebbene non tutte siano visibili. Benedico di cuore le vostre opere di carità, anche quelle compiute in forma personale e spontanea e nascosta. Benedico coloro che aprono le menti e i cuori, che aprono le case e le risorse ai malati, agli anziani, ai disoccupati, ai senzatetto, agli immigrati, a tutti i poveri, sofferenti ed emarginati, e ai bambini che hanno bisogno di casa e famiglia. È così, aprendo le porte, aprendo tutto, che la Chiesa assume il volto più evangelico, quello del Buon Samaritano, che non vuole e non sa essere indifferente.
Il Vescovo Tymieniecki seppe unire in sé il coraggio della misericordia e il coraggio dell’ecumenismo, ambedue. Scelse la strada dell’ecumenismo molto prima che la Chiesa Cattolica la intraprendesse in maniera ufficiale. Vi esorto a tenere vivo in voi questo coraggio del vostro primo Pastore. A custodire la determinazione ecumenica, ricordando che l’ecumenismo nella Chiesa non è un optional o una cosa decorativa, ma un atteggiamento essenziale. Vi incoraggio a camminare insieme, nella riflessione teologica e nell’evangelizzazione, nella preghiera comune e nell’ascolto della Parola di Dio, nella testimonianza della fraternità. Su questa strada voi edificate la società locale, che chiamate con orgoglio “comunità delle quattro culture”. Il Giubileo è anche l’occasione per fare gli auguri. Perciò vorrei augurare a tutti voi di uscire dall’esperienza del Giubileo rinnovati come Chiesa. Rinnovati e rafforzati per l’evangelizzazione. La vocazione della Chiesa è evangelizzare; la gioia della Chiesa è evangelizzare, diceva il Santo Papa Paolo VI. Lo Spirito Santo vi aiuti a interpretare le nuove sfide che il tempo ci mette davanti; a discernere gli strumenti appropriati per affrontarle. Vi auguro la credibilità, la coerenza e la forma attrattiva della testimonianza; di sperimentare e coltivare relazioni sempre più fraterne nella vostra Chiesa; di essere una Chiesa bella che vive “in uscita”, che come il lievito fa fermentare tutta la pasta; che ha la forza del granello di senape che è il più piccolo eppure diventa un albero dove gli uccelli possono fare il nido (cfr Mt 13,32).Il Signore vi benedica! Vi accompagnino la preghiera e l’intercessione della Madre Dio, di San Giuseppe – patrono della Diocesi – e di Santa Faustina, patrona di Łódź. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Dziękuję! [Grazie]