L’Economia di Francesco è diventato il più vasto movimento di giovani economisti e imprenditori del mondo.
Alle ore 10.00 di questa mattina, in diretta streaming dall’Aula “Giovanni Paolo II” della Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa su “Economy of Francesco – Papa Francesco e i giovani da tutto il mondo per l’economia di domani”, che si terrà on line dal 19 al 21 novembre 2020.Sono intervenuti: Padre Enzo Fortunato, Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e Responsabile per la struttura informativa di “The Economy of Francesco”; il Prof. Luigino Bruni, Professore Ordinario di Economia Politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma e Responsabile scientifico di “The Economy of Francesco”; Suor Alessandra Smerilli, Professore Ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e Membro del Comitato scientifico di “The Economy of Francesco”; l’Avv. Francesca Di Maolo, Presidente dell’“Istituto Serafico” di Assisi e Membro del Comitato organizzatore di “The Economy of Francesco”; la Dott.ssa Florencia Locascio, Staff di “The Economy of Francesco”, da remoto dall’Argentina.
Ne riportiamo di seguito alcuni interventi:
Intervento di Padre Enzo Fortunato:The Economy of Francesco, annunciato a maggio 2019 e previsto per marzo 2020, è slittato a novembre, dal 19 al 21. La pandemia sta mettendo a nudo il sistema economico attuale: scegliere il lockdown e salvare vite umane o proseguire come prima mettendo a rischio la vita delle persone? Quello che è certo è che siamo di fronte a un sistema chiamato a rigenerarsi attraverso quel cammino che Francesco ieri con i suoi figli e il Papa oggi hanno indicato alla società di allora e a quella di oggi. Siamo chiamati a ri-pensare alle prospettive che sogniamo. Non possiamo dimenticare gli scritti di San Francesco: “E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare…Voglio che tutti lavorino” è l’espressione che sintetizza in maniera emblematica il momento storico che stiamo vivendo.Le parole di Francesco hanno portato i suoi figli a elaborare i Monti Frumentari e di pietà. Il monte di pietà è un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro, di origini tardo-medievali, sorta in Italia nella seconda metà del XV secolo su iniziativa di alcuni frati francescani, allo scopo di erogare prestiti di limitata entità (microcredito) a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato. L’erogazione finanziaria avveniva in cambio di un pegno: i clienti, a garanzia del prestito, dovevano presentare un pegno che valesse almeno un terzo in più della somma che si voleva fosse concessa in prestito. La durata del prestito, di solito, era di circa un anno; trascorso il periodo del prestito, se la somma non fosse stata restituita il pegno sarebbe stato venduto all’asta.La funzione dei Monti di Pietà era quella di finanziare persone in difficoltà, fornendo loro la necessaria liquidità. Per questa loro caratteristica, i Monti si rivolgevano alle popolazioni delle città, dove molti vivevano in condizioni di pura sussistenza ma disponevano comunque di beni da poter cedere in garanzia; i contadini, invece, di norma non avevano nulla da impegnare se non beni indispensabili alla loro attività, come sementi e utensili da lavoro.Con la loro opera tutti questi monti si proponevano di arginare la piaga dell’usura nei confronti di chi, troppo povero per essere considerato solvibile dagli scarsi istituti finanziari dell’epoca, spesso cadeva vittima degli strozzini. Tutte queste iniziative, inoltre, elargendo i loro prestiti caso per caso in funzione delle effettive necessità (microcredito), possono essere visti come i primi finanziatori del credito al consumo o anche come delle banche dei poveri ante litteram.Sempre dalla cultura francescana nasce la partita doppia, per capire ciò che entra e ciò che esce per far quadrare l’essenziale delle scelte e della solidarietà. Oggi siamo chiamati a fare i conti con una realtà che è chiamata a essere riparata. Ci viene incontro il testo del filosofo e psicanalista argentino (naturalizzato francese) Miguel Benasayag “Esistere o funzionare”. È da qui che si muove e potrebbe partite un nuovo sistema economico che non rinuncia a crescere e svilupparsi accogliendo la sfida impegnativa dell’inclusività e rinunciando al veleno dello scartare.I segnali e le potenzialità non mancano … basta leggere attentamente i dati o se vogliamo i numeri dell’incontro: sono 2.000 iscritti; almeno 12 collegamenti con 115 nazioni, 4 ore al giorno più una maratona di 24 ore il secondo giorno, con il contributo di oltre 20 Paesi. Gli incontri che vivremo partono dalla regia on line o on life posta nel cuore antico del Sacro Convento, la più antica Frate Elia, imprenditore ante litteram e benedetto con una delle più belle carezze di san Francesco. tutto in streaming, Gli iscritti potranno interagire con i relatori. Per i giornalisti ci saranno comunque le sale stampe attrezzate e potranno intervistare i relatori e i giovani con una richiesta inviata alla nostra sala stampa. Saranno a disposizione materiale stampa e informazioni sul sito dell’evento nelle principali lingue internazionali. La sala stampa fornirà supporto tecnico e operativo. Ad oggi i giornalisti che si sono accreditati da remoto sono circa 300 e si sta lavorando a pieno ritmo per un mondo che desidera sperimentare la bellezza della fraternità.
Intervento del Prof. Luigino Bruni.
L’Economia di Francesco è diventato il più vasto movimento di giovani economisti e imprenditori del mondo. Nella prima fase di organizzazione dell’evento in presenza, prima del lockdown, avevamo immaginato che l’evento si sarebbe svolto in due parti: un pre-evento di due giorni con 500 giovani e l’evento di tre giorni aperto fino a 2.000 giovani. L’emergenza covid, in mezzo a tanto dolore e alle difficoltà generate, ha prodotto anche un effetto collaterale e imprevisto, perché il pre-evento di 2 giorni è diventato di 9 mesi. Infatti, da marzo ad oggi quasi 1.000 giovani hanno lavorato attivamente nei 12 villaggi e hanno dato vita ad un vero e proprio movimento … Fino a marzo c’erano: la chiamata del Papa, 3000 nomi e un evento. Oggi è nato un movimento diffuso in tutto il mondo. Questo è già il primo grande e importante risultato di The Economy of Francesco: giovani impegnati per una economia nuova, all’altezza dei tempi nuovi, che stanno mostrando l’obsolescenza dell’economia del XX secolo, ma anche di quella prima del gennaio 2020. Siamo entrati nell’era dei beni comuni e occorre una economia nuova.Non basta una economia green per avere una economia di Francesco. Occorre anche l’inclusione dei poveri, il protagonismo dei giovani, la coltivazione della vita interiore. C’è oggi una “economia green” che non ha alcun interesse e attenzione per i poveri e per le diseguaglianze. L’Economia di Francesco non può essere solo ecologica. Il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido, come ci ricorda la Laudato si’ e adesso anche Fratelli tutti. Una fraternità con la terra che non includa la fraternità con gli ultimi non è completa.L’Economy of Francesco è anche la costruzione di un capitale spirituale globale di cui l’economia ha estremo bisogno. I 5 momenti di tu-a-tu con Francesco non sono ‘contorno’ dell’evento, ma parte integrante del programma, perché la coltivazione dell’interiorità è il cuore di questa nuova economia. L’economia di ieri è stata tutta esterna, tutta giocata sui beni esteriori, e così ha trascurato troppi beni invisibili, come i beni relazionali e i beni morali. Il capitale spirituale è il primo asset che manca nelle imprese, i cui effetti abbiamo visto e continuiamo a vedere.La pubblicazione dell’enciclica Fratelli tutti ci ha offerto ulteriori spunti di cui non possiamo non tenere conto nei lavori di The Economy of Francesco. L’idea centrale nell’enciclica che il fratello non è il vicino – tema molto caro anche all’economista indiano A. Sen, uno degli ispiratori del nostro evento – è anche il cuore della vita di san Francesco d’Assisi. La prima parola di questa enciclica sulla fraternità il papa l’ha scritta con la scelta del suo nome: Francesco. C’è una continuità fra l’evento voluto da Papa Francesco che nel maggio 2019 ha scritto ai giovani economisti e imprenditori del mondo convocandoli ad Assisi, luogo simbolico e cuore del movimento, e l’enciclica sulla fraternità. Una continuità che ci incoraggia a proseguire nel cammino intrapreso.
Intervento di Suor Alessandra Smerilli
Economia di Francesco significa innanzitutto giovani, speranza e concretezza. Non è invitare i giovani a diffondere un messaggio, ma è chiedere loro di contribuire a costruirlo. È questo il senso della chiamata fatta da Papa Francesco e il suo invito ad incontrarli ad Assisi. In un mondo malato di pensiero a breve termine e poca visione di futuro, dare voce ai giovani significa iniziare a costruire ponti verso il futuro. Sappiamo che in questi tempi di incertezza Papa Francesco invita a guardare oltre, a preparare il futuro, e a farlo in modo concreto, con lo sguardo sempre rivolto a chi è più in difficoltà. E i giovani stanno rispondendo a questo invito. Non ci presenteranno dunque un documento, non faranno un trattato su cosa vuol dire Economia di Francesco, ma prepareranno proposte ci diranno come vogliono impegnarsi e di quale aiuto hanno bisogno.I giovani non hanno lavorato da soli in questi mesi. Da quando si è stati obbligati a rimandare l’evento previsto nello scorso marzo, i tre giorni di incontro che avrebbero dovuto vivere ad Assisi, sono diventati 9 mesi di lavoro a distanza, divisi nei 12 villaggi tematici: lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; economia è donna; imprese in transizione; vita e stili di vita.Le attività di ogni villaggio sono state coordinate da 2 figure scelte dal Comitato Scientifico (un membro junior e un membro senior) e in media da circa 10 collaboratori (internazionali) con esperienza negli ambiti dell’economia, impresa, management, finanza, povertà, sviluppo, innovazione, lavoro, risorse naturali, ecc. (economisti, imprenditori, manager, ingegneri, comunicatori, rappresentanti di istituzioni, associazioni e movimenti). Gli adulti hanno saputo mettersi accanto ai giovani per accompagnarli, dare un feed-back alle loro proposte, aiutarli nel combinare ideali e possibilità reali.Sono stati organizzati circa 300 eventi ‘Towards Economy of Francesco’ e una serie di “on-life” webinar molto partecipati dal titolo “Moving towards a post-Covid better world”, che si è conclusa a ottobre, per un totale di 27 seminari online mandati in streaming sul canale Youtube ufficiale dell’evento internazionale The Economy of Francesco e tradotti in 4 lingue grazie alla collaborazione di giovani interpreti. Sono stati coinvolti oltre 40 relatori senior, e più di 100 giovani discussants da tutto il mondo (Brasile, Argentina, Nigeria, Filippine, Spagna, Cameroon, …).Un tema trasversale a tanti villaggi è quello della rivalutazione della cura (care) all’interno della società e dell’economia, come chiave per modellare il futuro, insieme al bisogno di uno sguardo più femminile e di una maggiore partecipazione delle donne per una economia e una finanza più inclusive.I giovani da invitati stanno diventando protagonisti, dimostrano senso di responsabilità, idee innovative, capacità di dialogo che attraversa i 5 continenti: sono un ‘presente’ (e non solo futuro) che va ascoltato. Grazie a Papa Francesco hanno avuto e stanno avendo spazi di ascolto, grazie a San Francesco trovano ispirazioni per cambiare l’economia attuale e dare un’anima all’economia del futuro.