Santa Messa presieduta da Papa Francesco per la Festa Liturgica della Beata Vergine Maria di Guadalupe

Ieri pomeriggio, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in occasione della Festa Liturgica della Beata Vergine Maria di Guadalupe.

Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa ha pronunciato dopo la proclamazione del Santo Vangelo:

Omelia del Santo Padre

La prima cosa che mi viene in mente è l’immagine della Vergine stampata sulla tilma.

È l’immagine del primo discepolo, della madre dei credenti, della Chiesa stessa, che rimane impressa nell’umiltà di ciò che siamo e abbiamo, che non vale molto, ma che sarà qualcosa di grande agli occhi di Dio . È stampato sulla tilma.

La Vergine chiede a Juan Diego un piccolo lavoretto, ovvero raccogliere dei fiori. I fiori, nel misticismo, significano le virtù che il Signore infonde nel cuore, non sono opera nostra. L’atto di raccoglierli ci rivela che Dio vuole che accogliamo questo dono, per profumare la nostra debole realtà con opere buone, eliminando l’odio e le paure.

Se si guarda al messaggio di Guadalupe, le parole della Vergine: “Non sono qui, perché sono tua madre?”, assumono un significato nuovo. Quell’“essere” della Vergine, quell’“essere” resterà permanentemente impresso su quei poveri vestiti, profumati di virtù raccolte in un mondo che sembra incapace di produrle. Virtù che riempiono la nostra povertà nella semplicità di piccoli gesti d’amore, che illuminano la nostra tilma, senza che ce ne accorgiamo, con l’immagine di una Chiesa che porta Cristo nel suo grembo.

L’immagine, la tilma, le rose, questo è il messaggio. È così semplice, senza lucentezza. Insieme alla sicurezza che Lei è mia madre, che Lei è qui. E questo messaggio ci difende da tante ideologie sociali e politiche con le quali questa realtà guadalupana viene così spesso utilizzata per giustificarsi e fare soldi. Il messaggio di Guadalupe non tollera ideologie di alcun tipo. Solo l’immagine, la tilma, le rose.

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