Roma.Riunito il tavolo di monitoraggio degli atti intimidatori ai giornalisti
Dal monitoraggio relativo agli anni 2018 e 2019 emerge una sostanziale stabilità del fenomeno degli atti intimidatori ai giornalisti: 73 atti intimidatori nel 2018 e 74 nel 2019.Tali episodi sono riconducibili a matrici e motivazioni di diversa natura, inquadrabili in macro aree: atti provenienti da ambienti della criminalità organizzata (14 episodi nel 2019), atti riconducibili a motivazioni socio-politiche (28 episodi nel 2019) e atti provenienti in da altri contesti (42 episodi nel 2019). Riunito questa mattina al Viminale il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazione sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Al tavolo, presieduto dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, hanno partecipato il vice ministro Matteo Mauri e, insieme ai vertici del Viminale, il presidente dell’Ordine Nazionale Giornalisti, Carlo Verna, il consigliere segretario, Guido D’Ubaldo, il segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, e il rappresentante per la legalità Fnsi, Michele Albanese.“La convocazione del tavolo vuole dare un segnale di attenzione per tutto il mondo dell’informazione” ha dichiarato il ministro Lamorgese. “La prevenzione e il contrasto delle forme di violenza ed intimidazione di cui sono vittime i giornalisti sono fondamentali per la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad essere informati» ha aggiunto la titolare del Viminale. L’incontro è stato l’occasione per un’analisi del fenomeno delle aggressioni ai giornalisti e per rinnovare un impulso della strategia di prevenzione e contrasto anche attraverso il più efficace coinvolgimento dei prefetti. Per questo Lamorgese ha annunciato una direttiva per sollecitare la massima attenzione e un attento monitoraggio degli episodi denunciati. È stata evidenziata la necessità di mantenere un filo diretto tra l’amministrazione dell’Interno e le organizzazioni rappresentative dei giornalisti.